Aamps: chiederemo i soldi all’ex ad Rosi. Parla Cosci

di Filippo Ciapini

Tutto parte a seguito della relazione finale (negativa) del collegio sindacale in merito al bilancio al 31 dicembre 2013 dell’Aamps. “In 10 anni non mi è mai capitato di leggere una relazione così pesante”, tuonano dalla seconda commissione.  L’amministratore unico di Aaamps Marco di Gennaro, e il direttore generale Lorenzo Fommei attaccano il precedente collegio sindacale, reo di avere espresso un giudizio negativo sull’approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2013 già in forte i crisi nei precedenti mandati. E’ per questo che Aamps sta valutando un’azione risarcitoria o di recupero nei confronti dell’ex amministratore unico Angelo Rosi e degli ex membri del collegio sindacale.
“Siamo sorpresi anche  perché determinati rilievi vengono mossi dal collegio sindacale sempre presente alle ultime gestioni aziendali e ai conseguenti cambi degli organi amministrati”. Fommei prosegue poi esponendo una serie di violazioni rilevate dal MEF nel corso dell’ispezione conclusasi il 28 settembre 2013. Tali violazioni si riferirebbero in particolare alla illegittima erogazione dei compensi per l’anno 2011 al collegio sindacale, indebita erogazione di parte del compenso del precedente amministratore Rosi, non puntale riscossione della Tia ,squilibrio tra ricavi e costi di produzione, criticità nell’assunzione del personale (oltre il limite del turn-over previsto dalla normativa) e criticità nell’acquisizione delle partecipate (Toscana Ricicla e Piattaforma Biscottino). “Aamps sta cercando di onorare tutti i suoi impegni – ha spiegato Fommei – Tutti i problemi vengono dal passato. La strada intrapresa è quella giusta grazie anche al connubio quotidiano e continuo tra Comune e Azienda. Occorrerà un coordinamento concreto ed effettivo per il futuro ed una programmazione ben delineata consapevoli che Aamps non sta in piedi da sola”.
“Sicuramente saremo implacabili e daremo il nostro contributo”, ha dichiarato il nuovo presidente del collegio sindacale  Francesco Carpano il quale inoltre ha sottolinea che “l’organo che presiedio si è insediato da pochi mesi e non ha potuto verificare l’operato dei predecessori dovendo dare la priorità a questioni aziendali più urgenti”.

L’intervento di Luca Cosci – In AAMPS vi è sempre stato un dirigente amministrativo a tempo indeterminato, come è ragionevole che sia in una azienda di quelle dimensioni e quella rilevanza. Per potenziare quella posizione organizzativa, l’azienda mi ha finanziato un Master in Finanza e controllo di gestione presso l’Università di Pisa che ho seguito e concluso. Se nel 2013 quella posizione organizzativa è stata cancellata non è per motivi di razionalità organizzativa: nessuno in azienda ha ad oggi competenze così qualificate e quelle funzioni dirigenziali sono state assegnate ad un Direttore Generale assunto a tempo determinato per un periodo che è la metà di quello indicato dallo Statuto. Con quella riorganizzazione di fatto si è rinunciato a conferire continuità a funzioni non solo rilevanti in qualsiasi azienda, ma di vitale importanza per AAMPS.
Se ciò è potuto accadere, silente la vecchia amministrazione comunale, è solo perché non ho condiviso una gestione avvenuta nel 2013 in deroga al piano di risanamento economico e finanziario approvato dall’Assemblea dei soci in data 2 aprile 2012, nonostante sulla base di quel Piano si fosse chiesto ai fornitori dell’azienda un sacrificio enorme, come la riscossione di tutti i loro debiti in cinque anni a interessi zero. L’attuazione di quello stesso Piano era stata considerata dall’ispettore del MEF fondamentale per il consolidamento di una struttura finanziaria a quel momento giudicata sufficientemente solida. Peraltro nessun altro piano alternativo è stato elaborato e approvato, non rispettando i principi basilari di pianificazione e controllo finanziario che debbono guidare la gestione sana di una azienda delle dimensioni e con i problemi di AAMPS.
Tutto ciò è stato formalmente segnalato dal vecchio collegio sindacale, presieduto dal Presidente dell’Ordine dei commercialisti della provincia di Livorno, nonché coestensore del codice etico dell’Ordine.
La mia emarginazione e le vessazioni subite sino all’espulsione dall’azienda, nell’ “assordante” silenzio del vertice della vecchia amministrazione comunale, sono inoltre state perpetrate in conseguenza del mio rifiuto a sottoscrivere atti che ritenevo illegittimi e che per tali sono stati segnalati dal vecchio collegio sindacale alla Corte dei Conti.
Che il mio licenziamento fosse palesemente illegittimo è stato formalmente segnalato non solo dal vecchio collegio sindacale, ma da un autorevole consulente a cui la vecchia amministrazione comunale aveva richiesto un parere e anche dal Segretario Generale del Comune. Nonostante ciò, pur di mantenermi lontano dall’azienda, nessuno ha inteso agire in autotutela, creando un enorme rischio di grave danno erariale in relazione all’indennizzo che potrebbe essere stabilito dal giudice del lavoro riguardo alla mia causa.
In questo contesto, vista la palese illegittimità del licenziamento, né la vecchia amministrazione comunale né l’azienda alla quale ho dedicato anni di serio, impegnato lavoro hanno inteso attuare nel mio caso le procedure di mobilità previste dalla L.146/2012 ed anzi AAMPS ha inteso revocare il provvedimento che quelle procedure rappresentava la necessaria premessa ovvero la mia dichiarazione di “esubero” (revoca a cui ha fatto seguito, a stretto giro, un precipitoso licenziamento).
La proposta fatta al mio legale, cui allude con sconcertante disinvoltura il dr. Fommei, dunque, era meramente apparente (difettando i presupposti della sua attuazione, pretesi peraltro correttamente da Casalp), falsamente appetitosa (il Fommei offre riferimenti economici del tutto pretestuosi) e per di più provocatoria in quanto finalizzata a produrre un’evidente dequalificazione del sottoscritto (da dirigente a Quadro B) che poteva assumere il significato pubblico e politico di provvedimento punitivo per colpe e fatti che non ho mai commesso. Ciò era per me inaccettabile.
Ho quindi preferito sperare che la città eleggesse una nuova amministrazione comunale, a prescindere dal colore politico, capace di fare giustizia e ristabilire la correttezza amministrativa. In caso contrario mi sarebbe rimasta la fiducia nella giustizia e la speranza che le competenze, acquisite anche grazie alla formazione che mi ha assicurato il Comune di Livorno, mi avrebbero permesso di trovare una nuova occupazione, nonostante l’età e la grave crisi economica.
Luca Cosci

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