“Aamps, noi a 40 anni senza lavoro”. Due storie

Le storie di due lavoratori Aamps ai quali non è stato rinnovato il contratto e che ora devono rimboccarsi le maniche per trovare una nuova occupazione. Articolo tratto da lasettimanalivorno.it. Le due storie fanno parte di una serie di interviste realizzate dal giornale diocesano sul tema del lavoro a Livorno ed in particolare della situazione Aamps

Mentre il futuro si prospetta più che mai incerto per l’azienda municipalizzata Aamps, ancora più incerto si fa il destino dei lavoratori dipendenti, delle aziende dell’indotto e più che mai di chi era impiegato come precario. Oggi raccontiamo le storie – che fanno parte di una serie di interviste realizzate dal giornale diocesano sul tema del lavoro a Livorno ed in particolare della situazione Aamps – di alcuni di loro, uomini e donne che hanno lavorato per mesi, o anche anni, senza la certezza di un rinnovo del contratto, ma soprattutto senza la speranza di poter fare progetti, contando su uno stipendio e così guardare al futuro con più serenità.

Alessio Lampredi è il primo che incontriamo di questi lavoratori. 43 anni, livornese, residente a Rosignano Solvay, ha lavorato un anno e mezzo in Aamps: “Sono arrivato in azienda tramite l’agenzia interinale Obiettivo lavoro – racconta – prima per 4 mesi per conto del Comune e poi, dopo un mese a casa, richiamato per conto della stessa Aamps per altrettanti mesi, con rinnovi continui di due mesi in due mesi, fino all’ultimo mancato rinnovo poco tempo fa. Mi occupavo del recupero crediti e dei solleciti di pagamento, ma poi una volta lì, ho imparato a fare di tutto: bonifiche delle banche dati, sportello, registrazione incassi, pratiche di inizio e cessazione utenze… un lavoro a 360°”. Alessio, insieme ad altri, ha ricevuto la comunicazione del mancato rinnovo a fine febbraio 2016. Nel frattempo si è organizzato a fare altri lavoretti saltuari, ma certo non sono paragonabili ad un impiego vero e proprio. “Mi sono sempre arrangiato a fare qualcosa – racconta – pur di non rimanere senza lavorare, la buona volontà è premiata; ho lavorato anche in una grande azienda… ma la precarietà a quarant’anni è veramente pesante: sono fidanzato, mi vorrei sposare…come faccio a fare programmi per il futuro?”.

La storia di Valentina Del Nista – E’ simile a quella di Alessio: dopo sette anni trascorsi in una società di comunicazione, poi acquisita da un’altra società e “ridimensionata” nel personale e altri 12 come impiegata di segreteria di direzione in un’altra azienda, specializzata nel settore portuale, Valentina è arrivata in Aamps attraverso l’agenzia interinale Obiettivo lavoro, come addetta al recupero crediti. Un’attività quella del recupero che poi si è allargata ad altre competenze: sportello, anagrafiche, bonifiche dati, ecc. “L’esperienza che abbiamo acquisito in questi mesi in Aamps è davvero significativa – racconta Valentina – una formazione ed una versatilità che pensavamo potesse esserci utile anche per un’eventuale conferma del contratto. Dopo un primo mandato di 4 mesi, siamo stati rinnovati di due mesi in due mesi, a volte con pause di un mese a casa, una situazione veramente precaria, tutto fino al 29 febbraio 2016, in cui ci hanno comunicato il mancato rinnovo. Ci avevo sperato in questo impiego – confessa – tra l’altro nell’organico eravamo previsti fino a giugno 2016 ed invece questa rivoluzione dell’azienda municipale ha cambiato le carte in tavola. Il Cda è partito dall’idea che gli “amministrativi” erano troppi ed ha tagliato noi, che avevamo il contratto a tempo, senza pensare che il lavoro che facevamo da più di un anno era fondamentale per risollevare l’azienda. Non solo stavamo recuperando crediti del passato, ma stavamo facendo bonifiche e controlli che avrebbero portato entrate sicure nelle casse di Aamps e quindi del Comune, entrate che inoltre avrebbero evitato un rincaro delle tasse sui rifiuti a tutti i livornesi”.  “Adesso è difficile trovarsi a 43 anni a cercare nuovamente un’occupazione – racconta ancora Valentina- oltretutto dopo 2 contratti a tempo indeterminato nelle aziende in cui avevo lavorato in precedenza. Fortunatamente ho un marito che lavora, ma ho anche una figlia di 10 anni, un mutuo da pagare e le spese di tante famiglie come la mia… sono disposta a cimentarmi in qualsiasi lavoro; ho fatto di tutto, anche movimentare i mezzi nei piazzali… se poi riuscissi a rientrare in Aamps dove il lavoro mi piaceva sarebbe veramente una soddisfazione”.

articolo tratto da lasettimanalivorno.it

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