Casa in legno a Limoncino, botta e risposta Comune-proprietario
"Invito il sindaco e tutti i politici a visitarla. La cosa che mi dà più fastidio è che si tengono in piedi container e baracche in giro per la città e poi ci si accanisce contro questa mia opera"
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“Stanotte non ho dormito. La cosa che mi dà più fastidio è che si tengono in piedi container e baracche in giro per la città e poi ci si accanisce contro questa mia opera”. A parlare è Raffaele Raffaele Magri lo scultore-pittore che in via del Limoncino, in circa 7 anni, ha realizzato una casa in legno (camera, soggiorno, cucina, per un totale di circa 50 metri quadri) che tanto sta facendo discutere in città. Il punto su cui ruota tutto è: abbatterla (la costruzione è abusiva e viola anche i vincoli paesaggistici) o trasformarla in opera pubblica (l’ipotesi messa sul piatto dal Comune nella risposta che pubblichiamo qui sotto) da far visitare al pubblico, in particolare alle scuole? Inutile dire che Raffaele spinga in questa seconda direzione. Tuttavia, rilancia e dice: “Spero che si possa arrivare a quest’ultima conclusione in tempi rapidi, renderla cioè un bene pubblico. Rimane il fatto che la gestione della casa deve rimanere a me. Se fosse il Comune ad avere la gestione dopo un anno andrebbe in rovina. E io cosa faccio? Ho perso 7-10 della mia vita. Se così non fosse sono pronto ad azioni clamorose per tutelare la mia creatura. Quali? Lo vedrete. Nel frattempo invito il sindaco e tutti i politici a venire qui. Sarò ben lieto di aprire loro le porte per fargliela visitare. Voglio vedere se avranno il coraggio di dire che va abbattuta. Però che vengano qui con gli esperti delle Belle Arti, loro hanno competenza tecnica e possono dare una valutazione più competente rispetto a quella di un politico”.
Raffaele ad inizio 2013 ha ricevuto l’atto di demolizione per abuso edilizio e violazione dei vincoli paesaggistici. “Avevo un termine di 60 giorni per farlo. Poi mi è arrivato l’atto in cui si dice che potevo chiedere allo Stato una sorta di grazia. Ma anche in questo caso ho lasciato decorrere i tempi. Adesso mi è arrivata la lettera del Comune di confisca del bene e del terreno circostante”. L’uomo si oppone e rilancia. “E’ la legge? Allora abbattiamo tutta la collina. Perché come la mia chissà quante casette abusive ci sono sparse in qua e là”. Raffaele lancia una proposta. “Perché non renderla un luogo da far visitare ai bambini delle scuole per far veder loro come si può creare un qualsiasi oggetto dal legno?”.
LA NOTA DEL COMUNE
La cosiddetta “casa delle fiabe” è un manufatto abusivo costruito su un terreno di proprietà privata in via del Limoncino. La questione risale al 12 dicembre 2012, quando la Polizia Municipale nell’effettuare un sopralluogo, rilevò, in assenza di titolo edilizio, l’esecuzione di un manufatto in legno di forma irregolare composto da un corpo di fabbrica terra tetto, parzialmente interrato, con adiacente altro corpo di fabbrica composto da piano terra e sottotetto praticabile con annessa terrazza. Venne inoltre accertata la realizzazione di altre opere sul terreno circostante: due forni in pietra, un recinto per cavalli di forma circolare, la recinzione. A seguito della segnalazione della Polizia Municipale, l’ufficio Edilizia Privata attivò le procedure amministrative di repressione dell’abusivismo edilizio, trasmettendo le dovute comunicazioni di avvio del procedimento ed emettendo nel febbraio 2013 ordinanza di demolizione al proprietario.
La demolizione non è stata eseguita, per cui, nel settembre 2013, è stato notificato l’accertamento di inottemperanza, con trasmissione della pratica all’ufficio Patrimonio, competente all’acquisizione dell’area in base a quanto previsto dalla legge. Chi ha realizzato il manufatto ha tentato di dimostrare il particolare valore artistico dello stesso. Si è infatti rivolto alla Soprintendenza di Pisa per richiedere il riconoscimento dell’opera come “studio d’artista”.
Ma la Soprintendenza (con nota del giugno 2013), ha respinto tale richiesta dichiarando che il bene non presenta i requisiti previsti per essere definito tale ed ha quindi escluso la possibilità di sottoporre il manufatto a vincolo culturale. Attualmente, come detto, il procedimento, è all’attenzione dell’ufficio Patrimonio per gli adempimenti previsti dalla legge. La legge contempla la possibilità per il Comune, dopo l’acquisizione, di valutare se il bene è di interesse pubblico e quindi se, eventualmente, può essere destinato a fruizione pubblica”.
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