“8 marzo, no a mimose comprate da abusivi”

Il monito di Confcommercio: "Acquistare mimose da venditori irregolari è un atto illegale che alimenta criminalità e sfruttamento di persone”

Nell’imminenza della Giornata internazionale della Donna, Confcommercio scrive a Prefetto e Sindaco di Livorno per chiedere azioni di contrasto che scongiurino la vendita irregolare di mimose e di altri fiori. “Un fenomeno annoso che negli ultimi anni ha preso dimensioni sempre più consistenti e che, oltre a rappresentare una evidente forma di elusione fiscale e di concorrenza sleale nei confronti degli operatori regolari, è spesso legato ad attività criminose e allo sfruttamento di persone”, chiarisce il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni (nella foto).
“La vendita irregolare di fiori incide in maniera sostanziale sulle attività degli operatori del settore floreale, ai quali causa un calo di fatturato tanto più evidente oggi, in un momento di gravi difficoltà come quello in cui versa il nostro settore”, prosegue Marinoni in nome e per conto dei fioristi livornesi, “per questo abbiamo richiamato la necessità di controlli rigorosi a livello territoriale da parte degli organi preposti”.
In attesa che Prefetto e Sindaco rispondano alla richiesta di intervento, intanto Confcommercio lancia un appello ai consumatori: “La vendita abusiva di fiori non reca danno solo a noi fioristi ma a tutta la società. Acquistare mimose dai venditori irregolari può sembrare un gesto innocente, ma è in realtà un atto illegale che alimenta solo la criminalità. Confidiamo che anche i consumatori acquisiscano una diversa e più profonda consapevolezza della portata di certe azioni”.

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