25 aprile, da Uil “guanto di sfida” a Unicoop. La replica. Via Grande, negozi aperti per il Tan

L’annuncio è di quelli che non passano inosservati: la Uiltucs Toscana, categoria della Uil che si occupa di turismo, commercio e servizi, ha dato mandato al proprio studio legale di agire nei confronti di Unicoop Tirreno per la decisione di tenere aperto il 25 aprile (guarda le foto di Simone Lanari relative al presidio di protesta davanti alla Coop di via Settembrini e in via Grande negozi aperti – leggi qui). E’ la decisione comunicata dalla Uiltucs per voce del suo segretario generale della Toscana Marco Conficconi alla luce del mancato dietrofront da parte di Unicoop Tirreno che, proprio per la festa della Liberazione, manifesta l’intenzione di tenere aperti i battenti. “Abbiamo dato mandato ai nostri legali – spiega Conficconi – e chiediamo alle altre organizzazioni di unirsi a noi in questa battaglia di civiltà, per portare avanti un’azione che nasce da una necessità di giustizia e di rispetto degli accordi sindacali”. Infatti, puntualizza Conficconi, c’è un accordo integrativo che parla chiaro e precisa che il 25 Aprile i punti vendita resteranno chiusi. “Non c’è alcuna condivisione all’apertura – incalza il segretario generale Uiltucs – e l’accordo non è stato disdetto. Essendo quindi ancora in essere, non si può parlare di volontarietà per i lavoratori né per le lavoratrici, in quanto l’accordo sindacale ha valenza legale”. Conficconi poi, anche sulla scorta delle polemiche di questi giorni, spiega come ci sia “un evidente malcontento e un senso comune di sdegno davanti alla decisione di tenere aperto in un giorno così significativo. Quella che fu la Proletaria ha perso la memoria?” si chiede il sindacalista. Forse è proprio così, a leggere le proteste dei soci apparse in questi giorni sulla stampa locale. “Dopotutto Unicoop, alla luce di questa decisione – dice Conficconi – viene criticata anche da alcuni suoi fondatori che non esitano ad accusare Coop di essersi ‘dimenticata i valori’ invitandola a chiedere scusa”. E questo malcontento, unito allo stupore per una scelta così distante dagli ideali e dai valori della Liberazione, “ci porta a fare una proposta a tutte le altre organizzazioni sindacali: programmiamo insieme, proprio per questo 25 Aprile, una manifestazione davanti alla sede Unicoop di Vignale Riotorto. Vogliamo dare un segnale forte, senza esitazioni, che stiamo dalla parte della memoria e della libertà, di quei valori su cui la società è fondata e che non possono esistere ad anni alterni. Per noi ci sono e ci saranno sempre”. L’invito a partecipare è esteso a tutte le associazioni, ai soci, ai cittadini e a tutti coloro che vogliono far sentire la propria voce e gridare con forza insieme a noi: “Aprite il cervello, chiudete i negozi!”.

La risposta di Unicoop –  “La Cooperativa ha chiesto ai lavoratori la disponibilità – afferma Claudia Rossi, direttore del personale di Unicoop Tirreno-. Su questa base di prestazione volontaria, non finta né obbligata, resteranno aperti i punti vendita. Lo scopo è quello di offrire un servizio in zone di turismo il sabato. Il prestare un servizio non è in contraddizione con l’adesione a valori di libertà ai quali siamo da sempre profondamente e coerentemente legati. Come si è scritto in una precedente occasione, la proposta rivolta alle RSA e ai lavoratori è stata formulata nel pieno rispetto dell’art.17 comma 1 dell’integrativo aziendale, a differenza di quanto viene affermato da uiltucs toscana. Nell’integrativo si dice che dalla programmazione delle aperture domenicali e festive sono escluse  “ se non diversamente contrattate in casi eccezionali” alcune festività, tra cui il 25 Aprile. L’eccezionalità sta nella coincidenza della festività con la giornata di sabato.

Presidio di protesta davanti alla Coop di via Settembrini – Siamo dunque arrivati a pochi giorni dal 25 Aprile e Unicoop Tirreno ha totalmente ignorato la nostra richiesta di revocare la decisione di aprire per la prima volta i negozi a Livorno in questa data importantissima. La nostra sarà quindi l’unica tra tutte le grandi cooperative del sistema Coop Italia che, nel 70esimo anniversario della Liberazione, sacrificherà la storia (del nostro paese e della Coop stessa che proprio in questo 2015 compie 70 anni e che senza la Resistenza e la Liberazione probabilmente non sarebbe neanche esistita) in nome del suo profitto (i dirigenti lo chiamano “servizio alla clientela”, ma sappiamo che la parola giusta è “guadagno”), che risulta squallido se confrontato all’immenso significato che racchiude questa giornata. Noi, come lavoratori Coop di Livorno, crediamo che il rispetto di date come il 25 Aprile faccia parte di un insieme di valori che una società dovrebbe rispettare sempre, per non perdere la memoria della storia d’Italia e per mantenere vivo l’orgoglio e il nome di chi 70 anni fa combatté per liberare il nostro paese dal nazifascismo. La società che è chiamata a rispettare questo sistema di valori, è composta anche dalla Grande Distribuzione Organizzata, che cambia le nostre abitudini di vita, orienta le nostre scelte di consumo, caratterizza il vivere di una comunità. A maggior ragione il sistema della cooperazione di consumo, che ha sempre fatto un vanto dei propri valori ma che in questo caso dimostra una arroganza che travolge ogni principio secondo una logica esclusivamente padronale e di ricerca del profitto, e una ipocrisia senza fine se pensiamo alle campagne mediatiche della Coop degli anni scorsi con il titolo “Chiusi per scelta” per il 25 Aprile. Questa del 25 Aprile, inoltre, è solo l’ultima di una serie di date festive in cui i lavoratori potevano in passato godersi il riposo mentre adesso sono chiamati a lavorare. Di questo passo arriveremo tra non molto a vederci chiedere anche altre date sensibili, secondo una logica in cui le vite di noi dipendenti non contano e devono essere sempre al servizio del ciclo continuo delle merci che vendiamo e a disposizione del consumo senza regole e senza limiti. Va anche detto però che si tratta di date festive che sono contrattualmente già pagate a prescindere, quindi il lavoratore può tranquillamente opporsi senza rischiare niente. La ricerca della monetizzazione di una singola giornata come il 25 Aprile, oltre a non cambiare di certo la vita del lavoratore dal punto di vista economico, comporta una legittimazione all’azienda a chiederci sempre di più. Lamentarsi poi in futuro potrebbe essere tardivo, quindi ribadiamo il nostro invito già ripetuto ai colleghi mille volte nelle ultime settimane a rifiutarsi di lavorare in questa data. Sabato mattina dalle 8.00 (ora di apertura del negozio) saremo nel piazzale antistante il negozio Coop di via Settembrini a Livorno per un presidio di protesta contro questa decisione dell’azienda. Invitiamo i colleghi e tutta la cittadinanza livornese antifascista e sensibile a questi importanti temi a partecipare al presidio insieme a noi.

Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno

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