Video hard su Fb, quanti livornesi nei guai. Fino a 500 euro in cambio del silenzio
Il capo della postale, Massimo Montuori, mette in guardia i livornesi: parola d'ordine prevenzione
Soldi in cambio del silenzio. E’ quanto accade su Fb da alcuni mesi. L’ultimo episodio risale a lunedì (“possiamo tranquillamente parlare di 2-3 denunce a settimana, senza contare poi tutti quelli che cadono nel tranello ma non vengono da noi”, spiega il capo della polizia postale Massimo Montuori).
La vittima si presenta nell’ufficio per descrivere quanto gli è capitato e il racconto è grosso modo il solito. Ovvero: si accede sulla propria pagina Fb e si nota la richiesta di amicizia da parte di una donna, giovane, avvenente, il più delle volte straniera, dell’Est Europa. L’uomo accetta l’amicizia e inizia a conoscerla. “Ciao, come ti chiami? Dove abiti?” sono le prime domande, “innocue”, che lei e lui si scambiano, magari nel cuore della notte. Poi la conversazione assume contorni hard. “Hai la web cam?”, è la domanda successiva a quelle due iniziali. A quel punto lei inizia inizia uno spogliarello e lui… Non andiamo oltre ma è chiaro che cosa accade.
A quel punto scatta la truffa. “Ti ho registrato, sai? Pagami o metto tutto in rete”. La richiesta di denaro varia dai 200 ai 500 euro. Non si è arrivati mai oltre. La ragazza invita l’uomo a pagare tramite Western Union altrimenti spiega che invierà il video a tutti gli amici di Fb e poi lo caricherà su YouTube. Per far capire alla vittima che non scherza gli mostra un link con il video appena registrato. A quel punto, all’uomo non rimane altro che andare a denunciare tutto alla postale. Il reato per cui si indaga è quello di estorsione ma difficilmente si riesce a risalire alla autrice della truffa. Ad ogni modo, inviata la segnalazione a YouTube da parte della polizia, nel giro di 2 giorni il video viene rimosso e la persona può tirare un sospiro di sollievo. Anche perché difficilmente la persona riesce a postare il video sulle bacheche Fb degli amici della vittima: è un espediente in più che utilizza la donna nel tentativo di spaventarlo e farsi pagare.
Un vero e proprio identikit di chi colui che cade nella trappola non esiste anche perché nella rete (in questo caso non quella del web ma dell’inganno…) ci finiscono un po’ tutti: “Si va dal 18enne fino all’80enne – dice Montuori – Dall’operaio al colletto bianco, dallo studente all’imprenditore, dall’uomo sposato a quello single o divorziato. Chi viene per sporgere denuncia lo fa con un certo imbarazzo”. Che cosa fare per evitare simili situazioni? Prevenzione. Il capo della postale non si stanca di ripeterlo: “Non mi riferisco solo a questa ma alle truffe in generale. Non fatevi attrarre dal prezzo, da una frase che lì per lì vi suscita curiosità e tanto meno, tornando a Fb, diffidate dall’accettare l’amicizia di una persona che non conoscete. Statene lontani, anzi lontanissimi. E verificate, prima, su google le credenziali di questa persone inserendo il nome e cognome che vi viene dato. Magari potreste accorgervi che il soggetto è finito già al centro di indagini”.
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