Utilizzava cassintegrati, azienda edile nei guai

I militari della Tenenza di Cecina hanno concluso un’attività di servizio nei confronti di un’impresa edile cecinese che ha utilizzato manodopera in “nero” fornita da 6 lavoratori che usufruivano indebitamente di 2.200 ore di Cassa Integrazione Guadagni. Le fiamme gialle, nell’ambito di autonoma attività di ricerca informativa volta a tutelare la spesa pubblica nazionale, hanno monitorato alcuni cantieri edili dove, nonostante avverse condizioni meteo, gli operai svolgevano il proprio lavoro. Effettuate le opportune verifiche, emergeva che i lavoratori, per tali giornate, avevano beneficiato della Cassa Integrazione Guadagni – Eventi Atmosferici (C.I.G.). Si precisa che la C.I.G., nell’edilizia, è un particolare istituto che riconosce al lavoratore edile, in caso di impossibilità a prestare la propria opera per avverse condizioni meteo, gli elementi essenziali della retribuzione. Il datore di lavoro, dopo aver ottenuto la necessaria autorizzazione, agisce in nome e per conto dell’INPS, corrispondendo ai dipendenti il trattamento economico di integrazione salariale. Le somme anticipate vengono, quindi, compensate con tutti gli altri contributi da versare all’INPS. Nello specifico, la società controllata ha usufruito indebitamente dell’ammortizzatore sociale in argomento, simulando l’assenza dei lavoratori per le giornate di pioggia/maltempo, ottenendo un indebito guadagno derivante da:

–  omesso versamento dei contributi previdenziali;

– omessa corresponsione dell’80% della retribuzione, relativa alla quota percepita dal lavoratore in CIG a carico dell’INPS.

I finanzieri procedevano, pertanto, a perquisire la sede dell’impresa rinvenendo documentazione contabile e extra-contabile utile alle indagini. Il minuzioso esame dei documenti rinvenuti confermava le ipotesi investigative con conseguente denuncia del titolare dell’impresa per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, e permetteva di far emergere importi percepiti dalla società in evasione d’imposta ed utilizzati per il pagamento dei dipendenti irregolari. Gli importi dei salari corrisposti ai lavoratori irregolari, per 40.000 euro, risultavano originati da un’evasione fiscale pari a € 150.000. Al termine dell’attività, la società verificata provvedeva a sanare la propria posizione mediante il versamento delle imposte e dei contributi evasi.
La piena consapevolezza degli effetti distorsivi del lavoro nero spinge la guardia di finanza a mantenere alta l’azione di contrasto adottando una strategia operativa che mira a colpire in maniera trasversale tutti i diversi profili illeciti connessi all’impiego di lavoratori irregolari.

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