Usura, indagato 69enne. Sequestrati 35 immobili

Tra le decine di immobili sequestrati ne è saltato fuori uno anche a Livorno. A finire indagato – a seguito di una operazione di polizia giudiziaria avviata all’alba con 50 uomini, diretta dalla Procura di Livorno (pm Masini e Ciavattini) e condotta, congiuntamente, dai militari della Guardia di Finanza e dai carabinieri – un uomo di 69 anni, residente a Castagneto Carducci, accusato di usura, abusivo esercizio di attività finanziaria e truffa aggravata.
I militari hanno proceduto al sequestro preventivo di 35 unità immobiliari (valore di circa 4 milioni di euro), di cui 16 appartamenti, 5 appezzamenti di terreno agricolo, un terreno adibito a stazione di servizio, 8 autorimesse, 2 magazzini, un fabbricato ad uso industriale e 2 immobili ad uso corte. Gli stessi militari hanno eseguito nei confronti del 69enne, della moglie e dei figli anche un provvedimento di sequestro delle disponibilità finanziarie depositate su conti correnti e sui dossier titoli, considerate proventi del reato di usura. Le unità immobiliari sottoposte a misura cautelare reale dalla Guardia di Finanza sono ubicate nei Comuni di Livorno (una), Castagneto Carducci (19), San Vincenzo (3), Cecina (6) e Campiglia Marittima (6).
Si tratta di beni immobili acquisiti, tra il 2005 e il 2012, dall’uomo attraverso compravendite o mediante aggiudicazione all’asta, utilizzando disponibilità finanziarie di dubbia provenienza lecita, intestati o cointestati, in alcuni casi, solo formalmente alla moglie e ai tre figli. Questi ultimi, ormai non più appartenenti al nucleo familiare del soggetto, risultano aver effettuano acquisizioni immobiliari di ingente valore per conto del padre, pur non avendo mai dichiarato redditi oppure avendo percepito entrate di modesta entità. Caratteristica comune a tutte le transazioni immobiliari è stata la loro definizione con assegni bancari o circolari, senza mai ricorrere all’accensione di mutui ipotecari o a finanziamenti di qualsiasi genere. Tale particolarità ha denotato una “facilità” di reperimento di risorse finanziarie.
Dalle indagini patrimoniali sviluppate dai militari della Guardia di Finanza nell’arco di quattro mesi è emersa un’operatività sui conti correnti e i dossier titoli continuativa nel tempo, basata su un intenso ricorso al contante, sull’utilizzo anomalo dell’assegno e su continui investimenti in strumenti finanziari. Ad esempio, in otto anni, tra il 2005 e il 2013 sono stati accertati prelevamenti e versamenti di denaro contante per complessivi 1,6 milioni di euro, nonché la richiesta di emissione di assegni circolari con regolamento in contanti per 800 mila euro. Le movimentazioni dei conti sono risultate, quindi, sovradimensionate rispetto al profilo economico dell’indagato che ufficialmente gestisce dal 2000 un’attività agricola tramite una ditta individuale, ma esercita di fatto un’attività di mediazione immobiliare per i suoi fini illeciti. Tali anomalie sono emerse anche dall’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette trasmesse da intermediari bancari locali, nonché dalle recenti indagini condotte dall’Autorità Giudiziaria della Repubblica di San Marino. Sulla base di tale quadro complessivo, la Guardia di Finanza ha accertato un’evidente e sistematica sproporzione tra le entrate e le uscite, chiari indici di disponibilità di origine illegale. Gli immobili sono stati affidati ad un amministratore giudiziario che riscuoterà per conto dello Stato il canone degli affitti finora percepiti dalla famiglia.

Come operava  – I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Livorno, coadiuvati dai colleghi di Cecina e Piombino, hanno inoltre eseguito la misura interdittiva con divieto di esercizio della professione per due mesi nei confronti di M. C., avvocato, 41 anni di Piombino.
L’uomo usava prestare denaro “a strozzo” a tassi usurai (solitamente pari al 100%) attraverso un meccanismo consolidato e solo apparentemente lecito. I prestiti di denaro erano di fatto dissimulati con preliminari di vendita di uno o più immobili di proprietà dello stesso richiedente il prestito, facendo figurare la somma prestata come caparra ma prevedendo la restituzione del denaro da parte dell’usurato sotto forma del doppio della caparra, oppure inserendo una penale come clausola dell’eventuale recesso. Gli effetti dei prestiti usurai venivano di fatto aggravati dall’indagato dalla indicazione, nel preliminare di vendita dell’immobile dell’usurato, di un prezzo di gran lunga inferiore (solitamente pari alla metà) al valore reale di mercato. Ciò costringeva la vittima a corrispondere un interesse usuraio pari al doppio della caparra o pari alla penale elevata  per non perdere la disponibilità dell’immobile. Nella maggior parte dei casi le vittime, non riuscendo a restituire il prestito entro i termini, finivano con il perdere la proprietà della loro abitazione che veniva, pertanto, acquisita ed intestata agli altri componenti della propria famiglia. L’avvocato M. C. è stato ritenuto responsabile dei reati di truffa, ricettazione e falsità materiale in atti pubblici. L’uomo, infatti, avrebbe contraffatto una serie di atti pubblici (in particolare atti di pignoramento) ed acquistato timbri contraffatti riproducenti i sigilli del Tribunale di Livorno e gruppi firma di funzionari ed impiegati dello Stato. I militari dell’Arma hanno, inoltre, dato esecuzione ad una serie di perquisizioni nelle abitazioni in uso all’uomo ed ai sui familiari.

Tra gli immobili sottoposti a sequestro rientrano:

–     un immobile con annesso terreno dalla superficie di 16.000 mq sito nel Comune di Cecina, acquisito all’asta, il cui valore venale medio si attesta intorno ai 500.000 euro, di gran lunga superiore al valore di acquisizione;

–     un capannone industriale nel medesimo Comune, acquisito all’asta, il cui valore di mercato può toccare i 400.000 euro;

–     un appartamento con annesso garage, sito nel centro storico di Campiglia Marittima, dal valore di 250.000 euro;

–     unità immobiliari, con annesso terreno di 1.800 mq, ubicate nelle campagne  di Castagneto Carducci, dal valore medio di circa 700.000 euro, acquisito nel 2009 per 180.000 euro.

 

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