Una serra di marijuana e armi in casa, arrestata coppia livornese con 3 chili di “erba”. Carabinieri attirati dall’odore in strada

I militari hanno arrestato in flagranza due giovani livornesi, il 28enne Jonathan Paoli e la 23enne Veronica Zantino, entrambi pregiudicati

Impegnati, come ogni giorno, nel servizio di pattuglia a piedi per le vie del centro cittadino, giunti nei pressi del quartiere Garibaldi, la loro attenzione è stata attirata dall’inconfondibile odore acre di marijuana proveniente da un appartamento ubicato al piano terreno di una palazzina. A quel punto, i due carabinieri di quartiere hanno deciso di controllare meglio procedendo ad una perquisizione domiciliare all’interno dell’abitazione dove hanno rinvenuto e sequestrato oltre 3 kg. di droga nonché una piccola serra per la coltivazione e la produzione dello stupefacente.
E’ quanto accaduto nel pomeriggio di ieri, in una via della zona Garibaldi.
I due militari hanno così tratto in arresto in flagranza due giovani livornesi, il 28enne Jonathan Paoli e la 23enne Veronica Zantino, entrambi pregiudicati.
Nell’abitazione in loro uso, i militari hanno trovato un vero e proprio laboratorio/serra con all’interno 6 piante di marijuana del peso complessivo di oltre 2,700 Kg. e circa 330 gr. dello stesso stupefacente in foglie, nonché tutto il necessario per la loro coltivazione e lavorazione, tra cui 2 lampade e 6 trituratori utili il confezionamento.
Inoltre, nel corso della perquisizione, i militari hanno anche rinvenuto e sequestrato una pistola giocattolo priva del tappo rosso, 3 coltelli ed una katana, la tipica spada giapponese, lunga oltre 30 cm. Al momento dell’irruzione all’interno dell’appartamento, il Paoli, allo scopo di sottrarsi al controllo, reagiva aggredendo i due militari venendo tuttavia bloccato ed immobilizzato.
I due giovani, una volta in caserma, sono stati pertanto arrestati con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, detenzione di armi bianche del genere vietato e resistenza a pubblico ufficiale, e riaccompagnati nelle abitazioni delle rispettive famiglie di origine in regime di arresti domiciliari.

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