Prete di 42 anni trovato morto in mare

Nel portafoglio soltanto soldi e un codice iban, nessun documento

Macabro risveglio questa mattina al porto di Livorno dove davanti alla caserma Santini della guardia di finanza, accanto alla caserma del distaccamento porto dei vigili del fuoco, è stato trovato un cadavere in mare tra le barche intorno alle 6,30 (nella foto di Simone Lanari). Si tratta di un prete genovese di 42 anni, Giacomo Vigo, scomparso dal capoluogo ligure sabato 3 agosto la cui sparizione è stata denunciata soltanto ieri mattina da Mauro De Gioia padre superiore della comunità religiosa oratorio “San Filippo Neri” che si trova a Genova in via Lomellini
Il padre superiore aveva reso noto alla polizia che l’uomo era da tempo affetto da una forma di depressione per la quale era in cura. Da qualche giorno, Don Giacomo Vigo aveva sospeso volontariamente la terapia farmacologica prescritta e manifestava,, secondo quanto dichiarato da Mauro De Gioia, chiari segni di peggioramento delle sue condizioni psicofisiche.
Prima di allontanarsi dalla comunità Don Vigo aveva abbandonato i propri effetti personali compreso il telefono cellulare.
Sulle banchine della Darsena qui a Livorno era fin da subito intervenuto Don Placido, cappellano della polizia di Stato, chiamato ad un eventuale riconoscimento. Il parroco però  non lo aveva riconosciuto come un sacerdote della nostra città. Il corpo è  trovato privo di documenti, ed è stato trasportato sulla terra ferma dai vigili del fuoco del distaccamento porto intervenuti prontamente sul posto insieme agli agenti della polmare a seguito della segnalazione pervenuta da un uomo che ha notato la salma galleggiare in acqua. Sul posto il medico legale Luigi Papi che ha escluso ogni tipo di eventuale violenza inferta al sacerdote. Non si esclude quindi una caduta accidentale e fatale in acqua. Nel portafoglio di Don Giacomo sono stati trovati soltanto dei soldi e un foglio con scritto un codice iban. Da questo gli investigatori sono risaliti al più presto al nome dell’intestatario. Si sarebbe trattato di un amico del sacerdote genovese che avrebbe fornito indicazioni utili per l’identificazione del cadavere.

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