Tragedia di Befana. Revocati i domiciliari al 23enne

La vittima era un pensionato livornese di 77 anni, Alessio Pianezzoli. La tragedia è avvenuta in viale Ippolito Nievo. L'investitore, prima chiama i carabinieri fingendosi un testimone, poi crolla e confessa. La difesa: "Manuele ha chiamato subito i soccorsi"

Manuele Danti potrà tornare al lavoro e all’università. E’ questo quanto stabilito dal giudice Beatrice Dani in aula di tribunale sabato 9 gennaio durante l’udienza di convalida dell’arresto nei confronti del 23enne colpevole di aver ucciso, alla guida della sua auto, il 77enne Alessio Pianezzoli all’alba del 6 gennaio scorso in un incidente stradale.
Sono starti revocarti i domiciliari al ragazzo che era alla guida quella mattina con un elevato tasso alcolico (secondo i dati forniti dai carabinieri si parla di 3,0 gr/l, sei volte il limite consentito). Il giovane si è presentato in aula accompagnato dal suo nuovo avvocato di fiducia Mario Maggiolo e ha reso dichiarazioni spontanee al giudice per le indagini preliminari. Fuori i familiari e gli amici che hanno atteso l’esito dell’udienza. Il giudice ha dunque disposto, come da richiesta del pm Di Bugno, l’obbligo di firma tutti i giorni nei confronti di Manuele Danti. Una misura restrittiva che però gli consentirà di poter tornare alla sua vita. Alle 11,30 invece il pubblico ministero ha dato incarico al medico legale Papi per effettuare l’autopsia sul cadavere del 77enne.

Il ricordo di Alessio Pianezzoli- Una pasta, uno spirito libero. Sono queste le parole maggiormente usate da chi lo conosceva bene per descrivere il pensionato livornese di 77 anni, Alessio Pianezzoli, (solo alcune ore dopo l’incidente, intorno alle 11,30, si è risaliti alla identità, l’uomo non aveva documenti con sé) investito e ucciso da un’auto la notte del 6 gennaio (foto Lanari). L’uomo, che lascia tre figli, era solito frequentare le strade tra il quartiere della Stazione, Fiorentina e via Giordano Bruno, dove abitava da solo, spostandosi a piedi. Per questo era conosciuto da buona parte dei commercianti della zona. Al bar di fronte al luogo della tragedia, il 77enne si recava spesso per un caffè, così come dal fornaio per prendere il pane. Frequentava, inoltre, da anni anche l’istituto Poggiali, di via Prato, un punto di riferimento nelle sue giornate. Anche ieri mattina lo aspettavano. Qui Pianezzoli faceva due chiacchiere con gli ospiti e poi andava via.

La tragedia è avvenuta intorno alle 5 del mattino in viale Ippolito Nievo, direzione via Firenze, quasi davanti al cimitero degli Ebrei. Sul posto la Misericordia di Livorno con medico a bordo. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto l’uomo era però già privo di vita. Il 118 è stato allertato dai carabinieri che hanno trovato il corpo. Sembra che alcuni residenti abbiano assistito alla scena dalla finestra notando un’auto allontanarsi.
Nelle ore successive all’incidente l’investitore, Manuele Danti, (livornese di 23 anni, studente universitario incensurato) ha chiamato con il cellulare i carabinieri fingendosi un testimone: “Ho assistito a un incidente in viale Ippolito Nievo, venite. L’automobilista è scappato”, ha spiegato al telefono senza dire il nome e riagganciando poco dopo. I carabinieri hanno rintracciato l’uomo recandosi nella sua abitazione. Qui, interrogato dai militari, ha ribadito la sua estraneità alla vicenda aggiungendo che si trovava in auto con il fratello. Che tuttavia ha negato questo particolare. Alla fine il giovane è crollato e ha confessato: “Pioveva, l’ho visto sbucare all’ultimo momento”.
Solo al termine di un lungo interrogatorio, conclusosi intorno all’ora di pranzo di mercoledì 6 gennaio, i carabinieri del nucleo investigativo hanno arrestato il 23enne, studente universitario incensurato. Al giovane è stato contestato il reato previsto dall’art. 189, c. 6, del codice della strada relativo al comportamento tenuto in caso di incidente stradale con grave danno alle persone. Il giovane studente livornese, pressato dalle domande dei carabinieri, ha finito per confessare di essere lui alla guida dell’autovettura, una Fiat 500 di proprietà di una sua amica (anch’essa a bordo), che ha investito l’anziano pensionato. I militari, sulla scorta delle indicazioni fornite dal ragazzo, hanno poi recuperato e sequestrato l’auto presso un parcheggio nel quartiere Corea. Il giovane è inoltre risultato positivo all’alcol test: il valore registrato è stato di a 3.0 gr/l pari a sei volte il limite consentito dalla legge per mettersi alla guida (05, gr/l) Su disposizione del magistrato il 23enne è stato accompagnato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

La parola alla difesa – “Mi dispiace, sono scosso per quanto accaduto”. Sono queste le parole che il 23enne ha subito riferito al suo avvocato difensore, Gabriele Rondanina (successivamente revocato e sostituito con Mario Maggiolo) nelle immediate ore dopo l’incidente. “Quello che mi preme sottolineare – dichiara il legale al telefono con Quilivorno.it – è che il mio assistito ha telefonato subito alle forze dell’ordine per avvisare dell’incidente e lo ha fatto con il suo cellulare sapendo che sarebbe stato rintracciato. Ha soltanto avuto paura ed era molto scosso di quanto accaduto. Ma Manuele è un ragazzo serio e bravo. Lavora per pagarsi gli studi universitari e non ha mai avuto un problema con la giustizia. Ha solo reagito in questa maniera, non dicendo il suo nome, davanti a un episodio più grande di lui”.
Entro cinque giorni il pm di turno Di Bugno effettuerà l’udienza di convalida dell’arresto in cui la difesa, con tutta probabilità, chiederà una misura restrittiva più leggere rispetto ai domiciliari.
“Manuele non è un pirata della strada che è scappato e ha nascosto il fatto. Si è fatto subito avanti allertando i soccorsi. Poi è subentrata la paura – spiega Rondanina – dobbiamo considerare anche la sua giovane età e che un episodio simile può scuotere chiunque. Sul fatto che avesse un tasso alcolemico pari a 3.0 gr/l stiamo ancora attendendo i risultati ufficiali prima di fare qualsiasi commento”.

 

Riproduzione riservata ©