Telecamere e metal detector. Viaggio dentro il tribunale

Sicurezza all’interno del Palazzo di Giustizia. La questione è inevitabilmente balzata in alto alle priorità a seguito della strage che si è verificata giovedì 9 aprile all’interno delle aule del tribunale di Milano dove hanno perso la vita  tre persone tra cui un avvocato (Lorenzo Alberto Claris Appiani, 37 anni, originario dell’Isola d’Elba) e un giudice.
A Livorno, come è risaputo, sono due i luoghi deputati a dibattere le cause: uno adibito ai percorsi “civili”in via de Larederel e uno alle udienze penali in via Falcone e Borsellino, sede anche della Procura della Repubblica di Livorno.

A presidiare giorno e notte questi due palazzi, oltre alla presenza dei “carabinieri d’aula”, anche e soprattutto il servizio di sicurezza delle guardie giurate del Corpo Vigili Giurati (Cvg) capitanati dalla storica presenza di Mirko Cavallini, vero e proprio veterano della sicurezza dei due palazzi di giustizia.
“Da tempo è stato costruito un nuovo ingresso al palazzo di via Falcone e Borsellino – spiega Mirko Cavallini – e nel progetto era stato inserito anche un metal detector che per il momento però non è stato installato ma, come da programma, a breve dovrebbe essere posizionato proprio per avere ancora più efficienza nel controllo delle persone che entrano dentro il tribunale. Nel frattempo noi guardie giurate siamo dotati di un metal detector a mano che utilizziamo a nostra discrezione sulle persone sospette e sugli zaini e cartelle di chi entra. Non ci limitiamo ai controlli sui visitatori ma anche e spesso controlliamo gli avvocati. La sicurezza non è mai troppa”.

Le guardie giurate della Cvg sono tutte dotate di pistola di ordinanza Glock calibro 9. “Il nostro servizio nei due palazzi di giustizia – prosegue Cavallini – inizia alle 7 del mattino e termina alle 22 con due squadre che si alternano mattino e pomeriggio. La nostra non è solo una vigilanza statica dentro la guardiola a controllare le immagini dei monitor fornite dalle telecamere posizionate lungo tutto il perimetro del tribunale. Spesso i due di guardia si alternano uno dentro e uno fuori accompagnando anche i pm alla macchina o vigilando all’arrivo dei magistrati che tutto proceda senza intoppo”.
E sorveglianza in aula? “Anche per quanto riguarda la vigilanza all’interno delle aule – continua Mirko Cavallini – abbiamo chiesto che ci vengano segnalate le udienze diciamo così più delicate per quanto riguarda la sezione penale. Al tribunale civile non è raro, anzi spesso, ci portiamo all’interno delle udienze specialmente quelle di divorzio dove i battibecchi e le escandescenza sono più frequenti. Ma una cosa è certa, in dodici anni di servizio posso essere fiero che a Livorno non è mai successo niente di eclatante e la sicurezza è sempre stata un fiore all’occhiello dei due palazzi di giustizia”.
Un occhio di riguardo anche alle strade limitrofe al tribunale penale. “Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di liberare il più possibile le vie d’intorno al tribunale – continua la guardia giurata-  creando magari un doppio senso di marcia in via Borra e vietando il traffico in via della Madonna e sugli scali del Vescovado. Basta una disattenzione per far si che uno scriteriato posizioni dell’esplosivo su di una macchina. Per quanto riguarda invece gli accessi al palazzo di giustizia quello sul retro è controllato dagli occhi elettronici e lì si accede alle tre celle di sicurezza da dove spesso facciamo passare, in accordo con la polizia penitenziaria, i detenuti più pericolosi anche proprio per evitare il passaggio davanti alle persone che normalmente vivono il tribunale tutti i giorni”.
Il sindaco Nogarin: “Ipotesi metal detector anche in Comune”. Invitato a commentare i recenti fatti di cronaca al riguardo della sicurezza dei palazzi pubblici il primo cittadino di Livorno ha posto l’attenzione sul fatto che è necessario “alzare l’asticella della sicurezza all’interno del Palazzo Comunale” anche a fronte di quanto accaduto martedì 7 aprile quando un giovane livornese ha danneggiato i mobili del Comune al grido di “voglio una casa” (clicca qui per leggere quanto accaduto). “Abbiamo l’esigenza di alzare i livelli di sicurezza specialmente all’ingresso dove per entrare sarebbe necessario lasciare della documentazione e delle garanzie. Stiamo valutando anche l’ipotesi metal detector. Anche la Prefettura ci ha invitato a mettere l’attenzione sulla problematica sicurezza. Per quanto riguarda il tribunale la competenza è del Ministero di Grazia e Giustizia ed è impensabile che il Comune di Livorno possa impiegare le sue limitate risorse per ampliare il servizio di sicurezza che è comunque in buone mani con polizia, carabinieri e vigilanza privata”.

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