Sub travolto da un catamarano di 20 m. Il racconto shock: “Vivo per miracolo, l’esperienza più brutta della mia vita”

"La normativa sulla distanza dalla costa (200 metri) delle imbarcazioni deve essere cambiata, non tutela i sub". L'uomo ha sporto denuncia alla Capitaneria

Sub travolto e colpito alla testa da una imbarcazione di 20 metri. Protagonista, suo malgrado, D.S, 37enne livornese, (preferisce mantenere l’anonimato) appassionato di pesca subacquea.
E’ accaduto nel pomeriggio di ieri e questa mattina l’uomo si è recato in Capitaneria per sporgere denuncia. D. si trovava a circa 500 metri dalla costa, alle secche del Gabbiano, per una battuta di pesca in apnea (come previsto dall’articolo 5 punto 2 dell’ordinanza di sicurezza balneare n51/2011), quando durante la fase di ventilaggio, a pelo d’acqua, si è trovata di fronte l’imbarcazione. “Sono vivo per miracolo – racconta – ma potete immaginarvi voi cosa vuol dire trovarsi davanti una barca mentre si è in acqua. Mi sono voltato un attimo e ce l’avevo proprio davanti a me”.
Per fortuna, la barca viaggiava a 5-6 nodi e nell’impatto non ci sono state gravi conseguenze. Tuttavia, il sub mette l’accento sulla normativa che regola il passaggio dei natanti dalla costa. “I sub devono stare a 500 metri, mentre le barche a un minimo di 200. Va da sé che chi ama la pratica subacquea è sempre a rischio incidenti. La normativa non ci tutela a sufficienza. E’ come se per la regolamentazione vigente no sub fossimo invisibili”.

IL RACCONTO SHOCK DEL SUB LIVORNESE
Sono felice di essere qua a scrivervi di mio pugno la peggiore delle avventure della mia vita che tra l’altro è anche il peggior incubo per un pesca-sub. E’ un mese circa che non vado a pescare a causa di impegni e di una forte sinusite, quindi oggi avendo deciso di rientrare ho optato per uno spot con batimetriche basse, comprese tra i 2 e i 5 metri, in modo da poter pescare senza sforzare troppo le vie aeree. Per stare a legge a Livorno questo spot si trova sulle secche dette del Gabbiano che come prevede la legge sono a 500 m da riva, quindi entro e mi dirigo subito sul posto.
Una volta sul posto inizio a fare le prime apnee e dopo poco mi rendo conto di stare bene e di non avere nessun problema. Quindi mi allargo su delle franatine che arrivano sugli 8 /9 metri. In mare c’e’ un po’ di onda che sbatacchia ma tutto abbastanza nella norma. Scendo su una di queste franate e dopo un po’ in lontananza vedo una sagoma interessante che potrebbe essere un dentice, non si avvicina ed io riemergo e rimango in quel posto a rilassarmi perche’ voglio provarci di nuovo. Sono con la testa sott’acqua in direzione della riva ad un tratto qualcosa mi urta in modo molto forte la testa e sento scivolare qualcosa di grosso sulla schiena. Immagino subito una barca quindi con una paura incredibile di una possibile elica, lascio fucile e cannello e pinneggio come un pazzo aiutandomi anche con le braccia per allontanarmi il piu’ in fretta possibile. Fatti circa 4 o 5 metri mi giro a vedere cosa era, mi giro e rimando impressionato trovandomi davanti una murata di circa 3 metri di un catamarano superiore ai 20 m mi sfila davanti ed io inizio ad urlare. Ero talmente sotto shock che non lo stavo trattando male ma stavo solo chiedendo aiuto, perche’ non sapevo che danno potevo aver ricevuto. Vedo chi lo timona, un distinto signore sui 60 anni, con i capelli bianchi ed un cappellino,a bordo c’e’ anche una signora ed il bambino(figlio o nipote) che sta pescando a traina. Inizio a urlare: “Aiutamiii, fermati per piacere. Aiuto!”. Vedo lui che mi guarda, poi vedo che si muove in direzione del bambino e li fa cenno di sportarsi con la lenza della canna per non agganciarmi e continua tranquillamente per la sua direzione.
Mi calmo un secondo riprendo un minimo di freddezza e penso di doverlo filmare ma la videocamera è attaccata al fucile che è sceso sul fondo. Dall’alto mi sembra di intravedere qualcosa e provo a scendere per recuperarlo ma altra amara sorpresa sento la gamba indolenzita e leggera. In pratica quando sono scattato in avanti per allontanarmi dal pericolo ho stirato il polpaccio sinistro e spezzato la pala in carbonio. Comunque alla fine riesco a recuperare il fucile ed il boccaglio. Risalgo. Lui è lontano ormai penso di filmarlo ma probabilmente ero troppo in stato di shock e alla fine una volta scaricati i video a casa mi accorgo di non avere niente di quel catamarano. Potevo non esserci piu’ ed essere qui a poter scrivere questa avventura mi rende felice anche se ci ho rimesso una pinna, un polpaccio stirato ed un bel bernoccolo in testa. Ma almeno adesso sono con i miei bambini. Accidenti a quello per il quale sarei anche potuto morire!”.

 

 

 

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