“Banda dello spaccio”: 6 finiscono nei guai

Si è conclusa  alle prime ore del mattino dello scorso 3 ottobre un’operazione di polizia giudiziaria messa in campo dalla Squadra Mobile di Livorno che ha portato all’applicazione di sei misure cautelari a carico di altrettanti indagati che facevano parte della banda di spacciatori che “vendeva” nel centro cittadino nel quadrilatero tra via Garibaldi, piazza Venti Settembre e piazza della Repubblica.

In carcere sono finiti:

– NASRI Jamel, nato in Tunisia il 21.09.1981

-AKARY Kahled, nato in Tunisia il 20.03.1982

-JOBRANE Imed, nato a Tunisia il 25.12.1981

Sono stati invece ristretti agli arresti domiciliari in collaborazione con la Squadra Mobile di Cagliari e di Lucca:

1.     BELLINI Claudio, nato a Napoli il 14.07.1972

2.     CARLESI Massimiliano, nato a Roma il 16.09.1984

Obbligo di firma per:

1.     KEHNA Hichem, nato in Tunisia il 17.03.1977

In particolare, Akari (che sembrerebbe su facebook si presenti come “Kahled la Camorra”) e Nasri avevano monopolizzato il mercato dello spaccio nella zona del centro cittadino puntando come navigati commercianti su due fattori: la fidelizzazione dei clienti e il senso di timore verso avversari e collaboratori.

Non è un caso, infatti, che i due spesso sono stati avvertiti dagli acquirenti, quasi tutti giovani italiani, del fatto che erano stati fermati dalla polizia per un controllo subito dopo aver acquistato la “sostanza” dai due spacciatori, segno inequivocabile questo che Nasri e Akari avevano conquistato la fiducia e la benevolenza dei loro clienti.
Non è un caso nemmeno, che il timore per le reazioni violente dei due abbia spinto Massimiliano Carlesi  a lasciare Livorno e a trasferirsi definitivamente a Lucca perché sospettato dai due nordafricani di aver loro sottratto un importante quantitativo di “eroina”.

Si, perché Nasri e Akari avevano conquistato il mercato dello spaccio di “eroina” in città e non paghi dei lauti guadagni realizzati con il mercato cittadino avevano pensato di estendere i loro affari in provincia di Grosseto, in particolare a Gavorrano.
Qui, approfittando di uno storico cliente divenuto tanto fidato da diventare socio in affari i due avevano pensato di conquistare il mercato di quel centro.

Gli “affari fuori città”- Per questo avevano stretto “accordi commerciali” con tale Angelo Marano e sua moglie Susanna Carusi: i due avrebbero acquistato lo stupefacente da Nasri e Akari e lo avrebbero rivenduto a Gavorrano.
A suggellare l’intesa,  Marano si è sempre reso disponibile a favorire Nasri affinché questi, prendendo una residenza fittizia a Gavorrano, potesse ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Marano per coprire l’amico, secondo le indagini, aveva dichiarato falsamente ai vigili urbani del paese che erano andati per il controllare l’effettiva presenza dello straniero nella casa dove aveva richiesto la residenza, che Akari e la moglie erano fuori per lavoro.
Marano aveva anche arredato l’abitazione con alcuni effetti personali dello straniero affinché ad un eventuale controllo la presenza dell’uomo fosse più credibile.

L’eroina a Livorno e l’arresto –I loschi affari tra Marano e i due stranieri si erano concretizzati quando lo scorso 26 agosto, Marano chiede insistentemente una certo quantitativo di stupefacente dicendosi disponibile a venire fino a Livorno per poter ritirare la fornitura.
In quell’occasione, Akari e Nasri riuscirono a procurare “solo” 50 grammi di “eroina” da consegnare a Marano, che pur non del tutto soddisfatto dopo aver pagato la fornitura tramite accredito venne a Livorno per ritirarle la merce, con la complicità della moglie.
In realtà, in quella circostanza venne tratto in arresto in flagranza del reato di dentizione a fini di spaccio di sostanza stupefacente dal personale della Squadra Mobile insieme alla moglie che per eludere il controllo di polizia tentò di lanciare l’involucro contente la droga dal finestrino dell’auto sulla quale viaggiavano.

Il fornitore “all’ingrosso” – Uno dei fornitori di stupefacente all’ingrosso della coppia di stranieri è stato individuato in Jobrane Imed, arrestato anche egli nel corso dell’operazione; è sua, ad esempio, la droga fornita ad Akari e Nasri e poi da questi venduta a Marano lo scorso 26 agosto.
Il giro d’affari di quella che appare con una vera e propria organizzazione è testimoniato da due diversi episodi: il sequestro di circa 180 grammi di eroina in via Chiellini, abilmente occultata in un cancello, e pronta allo spaccio e il sequestro di oltre € 6.000 effettuato dopo una perquisizione nell’appartamento ubicato in via Solferino, occupato dai due e adibito a base logistica per gli affari illeciti. Nel corso dell’attività di p.g., venivano identificati oltre 40 assidui acquirenti nei confronti dei quali si procederà amministrativamente.

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