Ritrovato il detenuto fuggito dall’ospedale. La pila era il piano per evadere
Detenuto fugge dal pronto soccorso, intorno alle 18,30 di ieri 13 novembre, dove era stato portato per aver ingerito (volontariamente) una pila in cella (la terza in 3 giorni, oltre ad altri gesti autolesionistici), di fatto un piano per provare a evadere dal carcere. Poco prima delle 22 è stato ritrovato dalla polizia penitenziaria. Era nascosto nella vegetazione di fronte alle nuove villette di via Gramsci, a pochi metri dal semaforo all’incrocio con viale Marconi. Forse, vista la vicinanza del nascondiglio, voleva far passare la notte per poi raggiungere la stazione, ma la sua corsa è finita dopo 4 ore circa di fuga.
Al momento della dimissione dall’ospedale, l’uomo, tunisino classe ’91, ha approfittato di un attimo di distrazione degli agenti di polizia penitenziaria che stavano ricevendo le consegne dai medici e potendo contare sul fatto che in quel momento non aveva le manette ai polsi si è alzato da una sedia a rotelle e ha spintonato uno dei poliziotti e si è dato alla fuga attraverso una finestra aperta. Ne è nato un inseguimento in via Gramsci, direzione viale Marconi, poi esteso per tutta la città. Gli agenti della penitenziaria, carabinieri e polizia, pistole in pugno, hanno setacciato i bar e locali limitrofi all’ospedale riuscendo a scovarlo dopo alcune ore. Lo straniero è stato condotto nuovamente in carcere.
”E’ stata una bella prova di impegno e professionalità della polizia penitenziaria – ha commentato Mauro Barile, coordinatore provinciale della Uil penitenziari – che in poco tempo ha permesso di assicurare alla giustizia il detenuto evaso, che dopo avere malmenato gli agenti era riuscito a fuggire scavalcando una finestra del pronto soccorso”.
“Quello che è accaduto – aveva commentato in precedenza il segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria – è anche il sintomo della carenza di organico della polizia penitenziaria, unita alla imprevedibilita’ dei comportamenti. Ma e’ anche un’occasione per insistere sulla nostra proposta di espellere i detenuti stranieri e far loro scontare la pena nei paesi d’origine”.
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