Spaccia allo stadio, dopo l’arresto il daspo di 3 anni

Dopo l’arresto per spaccio il daspo di 3 anni. E’ questo il nuovo provvedimento nei confronti del tifoso finito nei guai a seguito due giorni fa. E’ la prima volta che a Livorno viene adottata una misura simile nei confronti di un denunciato in stato di arresto per spaccio. Le telecamere di sicurezza e quelle della questura lo avevano colto in flagranza mentre spacciava sotto la curva Nord dello stadio Armando Picchi durante l’incontro del 12 ottobre scorso Livorno-Trapani. Nei filmati, le cui immagini si trovano in mano  alla magistratura, si vede – scrive in una nota stampa la Questura di Livorno – che il 39enne livornese passava ad altri supporter presenti nel settore dedicato al tifo amaranto degli involucri di colore marrone, ricevendo in cambio soldi. La squadra mobile, diretta da Giuseppe Testaì, aveva quindi inserito il tifoso tra le persone da tenere sott’occhio in merito ai servizi di contrasto allo spaccio di droga. Il 3 febbraio, all’interno di un noto bar del centro città, è scattato l’arresto: V.B. le sue iniziali, 39 anni, livornese.
Gli agenti della mobile – stando a quanto scrive l’ufficio stampa della questura di Livorno – lo hanno pizzicato mentre a un 43enne livornese vendeva hashish all’interno del locale. Si è trattato di uno scambio esiguo: 0,54 grammi di sostanza stupefacente risultata essere, a seguito degli accertamenti della scientifica, hashish. Tanto è bastato però per far scattare le manette ai polsi del 39enne per i reati previsti e puniti dall’art. 73 DPR 309/90.
Le successive perquisizioni, eseguite nei confronti dell’arrestato, hanno permesso di trovare e sequestrare altro stupefacente. Nelle mutande infatti, il 39enne, aveva nascosto altri due pezzi di hashish dal peso di 8,89 grammi ed un tubetto in plastica di VivinC che conteneva a sua volta altri 1,67 grammi netti della stessa sostanza stupefacente. Inoltre, i controlli hanno fatto emergere nel portaoggetti del cruscotto, lato passeggero, dell’auto parcheggiata davanti al bar un pezzo di sostanza solida di colore marrone, a forma di parallelepipedo, (97,78 grammi lordi) risultata essere anch’essa, a seguito delle indagini della scientifica, hashish. La perquisizione è poi proseguita anche in casa dove sono stati trovati, all’interno del mobile di cucina, altri due etti di “fumo”. La polizia ha infine sequestrato 295 euro, una bilancina di precisione, marca “Texas”, con residui di hashish sul piatto, ed un cellulare Lumia.
Questa mattina, all’interno del tribunale penale di via Falcone e Borsellino, si è svolto il processo per direttissima nei confronti del 39enne.

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