Sotto i sedili per entrare in Italia: due arresti

Si era nascosto dentro una botola di un metro quadro sotto ai sedili di un furgone per entrare senza documenti all’interno del nostro Paese. Scoperto traffico di profughi dalla polizia che ha messo in manette due stranieri colti in flagranza nel tentativo di trasportare in Italia un immigrato. Nello specifico  il personale dell’ufficio Polizia Frontiera Marittima  di Livorno, coordinata  dal sostituto commissario Ilario Sartori, ha  effettuato in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, un intervento all’interno del porto che ha portato all’arresto di due cittadini marocchini, occupanti un furgone (Lahalai Said,di anni 42, e El Mazini Abdelkabir, di anni 36,) che veniva contestualmente sequestrato,mentre un altro cittadino  clandestino (sedicente S.A.), veniva respinto ed affidato al Comando Nave per il suo immediato rientro in Marocco.

Giovedì  7 maggio sera, all’arrivo della nave “Ikarus Palace”, proveniente dal porto di Tangeri (Marocco), dopo alcuni giorni di navigazione, la scorsa settimana è stato attuato il consueto servizio di controllo della linea di frontiera, per la verifica dei documenti e dei visti necessari per l’ingresso nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari che, in grande numero, arrivano con auto e furgoni al seguito.

I controlli vengono svolti con l’ausilio delle più recenti dotazioni tecnologiche ed informatiche fornite dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione, servizio polizia delle Frontiere, che, collegati alle banche dati di area Schengen, consentono in tempo reale, di avere la situazione aggiornata sull’ammissibilità delle persone in ambito europeo.

Durante l’ultimo sbarco, gli agenti della polizia marittima ha consentito di individuare un furgone con a bordo due  cittadini marocchini, regolarmente soggiornanti in Italia in provincia di Salerno, che tornavano dopo un viaggio nel Paese di nascita. Controllando nell’abitacolo, è stato subito notato che sotto i sedili lato guida e lato passeggero, era stato creato, con delle tavole di compensato e della moquette, un vero e proprio “vano”, di dimensioni particolarmente ridotte, completamente chiuso. Lungo i lati del furgone, in corrispondenza di detto vano, erano stati aperti dei fori che, evidentemente, dovevano servire a favorire il ricambio d’aria. Questo “vano”  è stato dunque aperto ed  è stata così scoperta la presenza di un terzo cittadino marocchino, completamente rannicchiato ed incastrato sotto i sedili, privo di documenti, il quale tentava di fare ingresso nel territorio nazionale eludendo i controlli della polizia di frontiera.

Lo stesso, interrogato sulla sua presenza dentro il furgone, ha fornito una versione palesemente inverosimile, contrastante con le oggettive risultanze degli accertamenti svolti dal personale operante. Soprattutto, è apparso subito impossibile che fosse nel vano dal giorno della partenza da Tangeri, mentre appariva altamente probabile che fosse stato inserito al suo interno solo poco prima dell’arrivo della nave nel porto di Livorno.

Nel furgone veniva, altresì, rinvenuto un permesso di soggiorno apparentemente compilato con generalità di una persona residente a Brescia ma risultata inesistente, alla quale la Questura di Brescia non ha mai rilasciato un tal genere di documento, per il cui possesso il proprietario del furgone veniva ulteriormente deferito all’Autorità Giudiziaria.
L’arresto é stato convalidato. Il giudice ha disposto nei confronti di entrambi la misura cautelare dell’obbligo di dimora nella provincia di residenza, in attesa del processo per l’episodio in questione.

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