Omicidio, spunta il vero nome della vittima. Una doppia identità, ecco chi era il 39enne ucciso
Una doppia identità, un doppio passaporto, Georgiano e Lituano, e due lavori: calzolaio e camionista. Viene svelato dunque il mistero sul vero nome di Vitali Kimpis, il 39enne ucciso brutalmente sul portone di casa sua, in via Roma 326, la notte di sabato 6 febbraio. Il documento trovato addosso al gigante di un metro e ottantacinque centimetri, accoltellato al cuore da un sicario sulle cui tracce sono gli agenti della squadra mobile, era di nazionalità Lituana e recava appunto, il nome con cui fino ad oggi era conosciuta la vittima dell’efferato omicidio: Vitali Kimpis. In realtà la vera nazionalità dell’uomo ucciso è quella georgiana e il suo vero nome è Zviadi Khurtsidze, un calzolaio di Kutiassi, la seconda città della Georgia per numero di abitanti dopo la capitale Tiblisi.
Un particolare che infittisce ancor di più il mistero sul delitto che fino ad oggi non ha trovato risposte se non qualche traccia battuta dagli inquirenti. Come mai due passaporti? Cosa aveva da nascondere Zviadi, arrivato in Italia ad ottobre scorso con il nome di Vitali?
Dal suo profilo facebook emergono stralci di vita vissuta laggiù con amici, parenti e famiglia. Una bacheca non molto frequentata che conta “soltanto” 172 amici. Il 30 ottobre 2015 una foto che sembra scattata proprio sul molo del nostro porto qui a Livorno che testimonierebbe già il suo arrivo qui in città.
E poi c’è il profilo facebook della figlia in cui abbondano foto di lei insieme al padre con frasi di cordoglio nei confronti della giovane che prega per il padre volato via troppo presto. Poche invece le informazioni, se non una bella galleria fotografica da cui gli inquirenti potranno prendere spunto per le loro indagini, sulla bacheca di Zviadi Khurtsidze. L’ultimo post visibile sulla bacheca risale al 18 gennaio dove viene inquadrata la fotografia di due amici probabilmente ad una festa. Una vita normale, qualunque da quanto si può notare nelle immagini, che ognuno di noi potrebbe avere. Il 31 dicembre, per l’ultimo giorno dell’anno, Zviadi pubblica il video di una canzone italiana: è di Luca Carboni, il suo ultimo successo: “Luca lo stesso” pubblicato tramite l’applicazione Shazam usata per riconoscere le canzoni ascoltate per caso in tv e in radio di cui non conosciamo i titoli.
Insomma tutto questo per testimoniare che la vita pubblica del calzolaio-camionista Georgiano-Lituano sembrava serena, tranquilla. Il ricongiungimento con la moglie qui a Livorno, qualche lavoretto effettuato da ultimo come autotrasportatore. Poi la fatalità di quella notte. Lui che rincasa dopo essersi recato a casa di amici per farsi prestare un rasoio elettrico. E in quel vialetto si consuma l’orrore. Secondo gli inquirenti le coltellate potrebbero essere state addirittura due e inferte con una lama seghettata: una alle spalle e una in pieno petto, dritta al cuore dal basso all’alto, sferzata da una persona esperta, fin troppo esperta.
Ora spunta il suo vero nome. Cosa nascondeva Vitali-Zviadi nella sua vita precedente in Georgia? Perché ricorrere allo stratagemma di un passaporto lituano? Sta proprio in questo cambio d’identità la chiave di volta per trovare il suo assassino? Domande a cui gli investigatori della squadra mobile coordinati dal pm Petralia stanno cercando di dare una risposta quanto prima.
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