Venezia, “telecamere subito”

Il presidente Simoni: "A Pisa, in piazza delle Vettovaglie, le telecamere di sicurezza ci sono. Perché da noi no?"

Dopo il  weekend che ha visto il quartiere “Venezia” protagonista in negativo per la maxi rissa andata in scena sabato sera abbiamo deciso di ascoltare alcune “voci”.

Il presidente del Ccn Venezia – “Siamo noi commercianti i primi a volere un quartiere tranquillo, senza il vandalo di turno in strada. Ma per raggiungere questo obiettivo dobbiamo agire a livello di prevenzione”. A parlare è Daniele Simoni, presidente del centro commerciale naturale della Venezia. “Ci battiamo ormai da anni affinché si trovino delle soluzioni che possano coniugare la richiesta di serenità dei residenti e quella di movida dei giovani”. Tuttavia, sottolinea con forza Simoni, finora alle parole e buone intenzioni di chi poi dovrebbe mettere in atto i provvedimenti, non sono seguiti i fatti: “Basti pensare che attendiamo di essere ricevuti da settembre, da quando cioè abbiamo avanzato in via ufficiale la richiesta di incontro alla nuova giunta. E’ iniziato il 2015 e ancora stiamo aspettando”. Quali soluzioni mettere in campo? Simoni non ha alcuna difficoltà ad anticiparle: “Proponiamo, per esempio, che parte delle risorse destinate all’installazione di telecamere ztl siano messe a disposizione per telecamere di sicurezza. A Pisa, in piazza delle Vettovaglie, ci sono. Perché da noi non si può pensare a un discorso di questo tipo? Oppure che si aumenti il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Ma, ripeto, occorre prima di tutto poterci mettere attorno a un tavolo, discutere, e adottare delle misure preventive altrimenti non si otterrà alcun risultato”.

Il sindaco – Contattato al telefono dalla redazione di Quilivorno.it, Filippo Nogarin ha confermato come la delicata questione sia all’attenzione della Giunta che sta lavorando, insieme alla questura, per fornire più sicurezza ai cittadini e ai titolari dei locali della zona. “Come sindaco – ha detto Nogarin- mi fa solo dispiacere sapere che esistono queste tensioni nella nostra città e nel quartiere dove tanti giovani si riuniscono per trascorrere le serate. Dal nostro punto di vista posso dire che abbiamo posto la massima attenzione al riguardo nella misura in cui vogliamo comprendere come poter contribuire a far sì che queste cose non accadano”.

L’assessore al commercio – Dal canto suo, Paola Baldari, aggiunge che “così come avvenuto in passato sono ovviamente disponibile a un incontro con i commercianti per fare il punto della situazione e cercare delle soluzioni condivise. Fermo restando che occorrerà una valutazione delle disponibilità economiche, non escludo a priori la possibilità di aggiungere nel quartiere, oltre alle già deliberate telecamere ztl, l’installazione di occhi elettronici dedicati alla sicurezza. E’ una ipotesi. Naturalmente questa come altre decisioni dovranno essere esaminate e concertate da tutti i soggetti coinvolti (Comune, forze dell’ordine e prefettura) con l’attivazione di un tavolo”.

La questura – Da via Fiume fanno sapere che l’attenzione nei quartieri “caldi”, come la Venezia, è sempre stata massima e continuerà a esserlo, con il supporto del reparto prevenzione di Firenze, tenendo conto che anche altri quartieri, come piazza della Repubblica e stazione, necessitano di un controllo.

Lo sfogo della Bodeguita su Fb – Su Facebook, il noto locale in via Borra lancia un appello: “Vogliamo un incontro con Sindaco e Questore perché la situazione sta degenerando. Siamo veramente stanchi. Da anni chiediamo alle autorità un incontro per riuscire a collaborare insieme per gestire una situazione che ogni anno è sempre più pesante per chi come noi gestisce un’attività di ristorazione. Siamo stanchi di garantire una sorta di trincea sullo scalandrone mentre fuori accade il delirio. L’unica cosa che in questi anni abbiamo ottenuto è stato un incontro con l’allora assessora e con un gruppo di dirigenti che ha prodotto solo 4 paginette scaricate dal web che raccontavano di misure prese da altri comuni d’Italia. Siamo stanchi di dover giustificare la nostra attività con i residenti che hanno tutte le ragioni del mondo, siamo stanchi di dover temere ogni sabato sera per la nostra incolumità e per quella dei nostri dipendenti e dei nostri clienti. La nostra attività chiude sempre alle 1,30 non perché ce lo imponga la legge ma perché dopo quell’ora in genere si scatena di tutto. Siamo stanchi di rischiare sanzioni e quindi di mettere a rischio qualche posto di lavoro perchè 4 bria’i si scazzottano magari a qualche centinaio di metri da noi e poi vengono a terminare la loro rissa davanti a noi. La rissa si è conclusa difronte a un’innocua “cioccolateria” ai cui gestori va tutta la nostra solidarietà. E’ inutile nascondere lo sguardo o aver paura di affrontare certi argomenti, occorre prevenzione e non possiamo essere lasciati soli.

La cronaca del “folle” sabato sera – Ancora il quartiere della Venezia protagonista di un altro episodio di violenza il sabato sera. Erano circa le 1,30 della notte tra sabato 10 gennaio e domenica 11 quando in via degli Ammazzatoi è scoppiato l’inferno (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere le foto e il video dell’accaduto).
A svegliare i residenti sono le urla ad altissimo volume di alcuni ragazzi che, fuori dal pub “Kedaicopi” iniziano a gridare e a roteare le cinghie dei loro pantaloni in aria. Uno di loro, come si sente chiaramente nel video che pubblichiamo qui in pagina, chiede a gran voce che venga fatto uscire un ragazzo dal locale. “Fallo uscire – grida alla titolare del pub che con grande esperienza ha cercato di mantenere la calma-  ha spaccato la testa ad un mio amico! Gli ha aperto la testa! Gli aperto la testa!”.
Giovani armati di bottiglie, cinghie e bastoni -Frasi che rimbombano nel vicolo del quartiere più caratteristico di Livorno e che ogni weekend viene preso d’assalto da migliaia di giovani che decidono di trascorrere lì la serata del venerdì e soprattutto del sabato sera. Così mentre si iniziano ad alzare i toni della voce qualche altro giovane si arma con tanto di bastoni, bottiglie rotte e, come detto sopra, con le cinture dei jeans. Da quanto si è potuto ricostruire è stata una vera e propria “squadra punitiva” composta da giovanissimi, che si è portata sul posto per “vendicare” le botte date in precedenza ad un ragazzo che, da quanto sembra, adesso è in ospedale a causa di un grave trauma alla testa.
Sul posto arrivano le forze dell’ordine e “blindano” il quartiere – Le chiamate fioccano al 113 e al 112 tanto che nel quartiere arrivano tre volanti della polizia, una macchina della polmare, due pattuglie dei carabinieri, altrettante squadre della municipale e un’auto della finanza.
Le forze dell’ordine arrivano a sirene spiegate e questo fa disperdere i circa trenta partecipanti alla rissa tra le strade limitrofe. Una volta sul posto, intorno alle 2 di notte, gli agenti chiudono la strada e iniziano ad interrogare chi trovano in mezzo alla via riportando gradualmente la situazione alla normalità.

LA VETRINA DEL LOCALE KEADICOPI DANNEGGIATA A SEGUITO DELLA RISSA

Viene ascoltata anche la titolare del locale a cui è stata spaccata anche la vetrina (come si vede dalla foto in pagina) e  in cui era “asserragliato” il bersaglio del gruppo di ragazzi che fuori lo aspettava per farsi giustizia. A lei il merito di non aver fatto scoppiare un vero e proprio dramma riuscendo a non far entrare nessuno nel suo locale e facendo allontanare il prima possibile le persone estranee ai fatti.
Adesso la polizia (che è stata sul posto fino verso le 3,30 di questa mattina) è al lavoro per ricostruire ogni tessera del puzzle per metterla al posto giusto, identificando gli autori di questa bravata tramite testimonianze e immagini.
La protesta dei residenti – Vibrante la protesta dei residenti della zona esasperati dai continui schiamazzi, dalle persistenti violenze che non di rado si manifestano nel quartiere il weekend tra ragazzi spesso fin troppo giovani. “Siamo stanchi – dicono i residenti – non ne possiamo più di questo trambusto. Il sabato per noi è diventato impossibile dormire prima delle 3 di notte. Chiediamo troppo un po’ di tranquillità? Non sarebbe il caso che il quartiere venisse presidiato con degli agenti fissi per lo meno il sabato sera? Vogliamo risposte concrete. Adesso basta!”.

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