L’autista nega (per legge) la salita, lui blocca l’autobus. La famiglia: “Reazione disumana”
L'uomo rischia una denuncia per interruzione di pubblico servizio
Momenti di tensione, intorno alle 11,30 del 29 ottobre, quando è scoppiata una lite fra l’autista di un autobus e una famiglia di origine tunisina. In base a quanto ricostruito, il “3” era arrivato alla fermata di piazza Cavour. Tra le persone in attesa di salire c’era anche una famiglia con un bambino di dieci mesi che stava dormendo all’interno del passeggino. L’autista, così come prevede la normativa, non li ha potuti far salire ed è ripartito verso la sua destinazione (Leccia-Coteto).
La decisione non è piaciuta al marito che dopo aver insistito verbalmente quando ha visto ripartire il mezzo è corso davanti all’autobus ostacolandone la ripartenza. La prontezza di riflessi del conducente ha evitato un incidente. Tuttavia, gli animi si sono surriscaldati e ne è nata una lite fra l’uomo e l’autista che è comunque rimasto sempre a bordo. Nel frattempo, allertata dai passanti e alcuni passeggeri, è giunta sul posto la polizia con tre volanti. Gli agenti sono arrivati praticamente in tempo reale evitando conseguenze peggiori. A quel punto, i poliziotti hanno identificati lo straniero e ascoltato le testimonianze dei passeggeri. Nessuna persona, sebbene scossa, è rimasta ferito. “Il nostro autista – spiega il dirigente Ctt Nord, Bruno Bastogi – non ha fatto che applicare una regola aziendale che vieta far salire a bordo bambini all’interno di passeggini. Si tratta di una questione di sicurezza, sia per il bimbo stesso che per gli altri passeggeri, in caso di frenata. Sarebbero potuti salire senza alcun problema se il passeggino fosse stato chiuso e il piccolo preso in braccio dai genitori. L’episodio, che comunque è stato sedato prontamente dalla polizia, ha fatto saltare un paio di corse”. L’uomo rischia una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
La versione della famiglia
Riportiamo qui sotto il commento che ci è pervenuto nel quale la moglie spiega cosa, secondo lei è avvenuto.
Salve a tutti, parla la protagonista di quello che è accaduto e posso dire che le cose non sono andate così. Io, mio marito e nostro figlio di 10 mesi (che dormiva nel passeggino) volevamo prendere l’autobus in quanto il piccolo non stava tanto bene e volevamo portarlo dal pediatra. Finalmente, dopo venti minuti di attesa, arriva un mezzo che si ferma, ma non apre nemmeno le porte perché ci dice dal finestrino che il passeggino va chiuso. Mio marito risponde: “Un secondo per cortesia che prendo il bambino in braccio che dorme”. L’autista, senza nemmeno darci una spiegazione, parte via e ci lascia lì a terra con il bambino. Mio marito si sente offeso come me perché la reazione dell’autista è stata disumana nei confronti di una creatura ed è partito a correre. Una volta raggiunto il mezzo ha bussato al finestrino per richiamare l’attenzione dell’autista per avere un chiarimento. L’autista, senza volere dare una spiegazione e parlare con noi in maniera civile, ha preso il telefono in mano e ha chiamato la polizia dicendo che mio marito aveva bloccato il bus e che noi ci siamo rifiutati di chiudere la carrozzina, cosa che assolutamente non è vera.
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