Acido, il giudice manda in carcere il 30enne

La vittima, sottoposta alle cure del caso presso il pronto soccorso, ha riportato “erosione corneale bilaterale ed ustioni di I° grado al volto” con una prognosi di 25 giorni

Il giudice per l’udienza preliminare, Ottavio Mosti,  ha convalidato l’arresto nei confronti di Davide Vecchio, assistito dal suo legale di fiducia Aurora Matteucci, responsabile di aver lanciato dell’acido sul volto di una donna. Al 30enne, per cui erano stati disposti i domiciliari dal Gip, è stata invece applicata la misura detentiva degli arresti in carcere. I carabinieri, dopo l’udienza in tribunale, hanno accompagnato l’operaio alla casa circondariale delle Sughere. Il livornese è accusato di violenza personale aggravata da futili motivi. E’ lui ad aver lanciato dell’acido muriatico nei confronti di Guia, una cassiera della Snai di piazza Attias, la sera di domenica 24 maggio. Davide vecchio si è presentato verso le 10,30 in via Falcone e Borsellino davanti ai cancelli del tribunale penale di Livorno accompagnato da due carabinieri che lo avevano prelevato dal suo appartamento nel quartiere La Scopaia dove, fino a mercoledì 27 maggio mattina, era detenuto agli arresti domiciliari. In aula davanti al pm Di Bugno e al giudici l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il giudice ha valutato il serio pericolo che questi episodi possano nuovamente accadere e per questo ha ben accolto la richiesta del pubblico ministero della misura cautelare in carcere.

I fatti – L’uomo riteneva che la vittima della sua aggressione osteggiasse il suo tentativo di avviare una relazione sentimentale, comunque non corrisposta, con l’amica: una donna 38enne (foto d’archivio).  Questi, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Livorno, sarebbero i motivi alla base del folle gesto compiuto sabato 23 maggio in serata dal 30enne Davide Vecchio, un operaio livornese, e che hanno rischiato di causare gravissimi danni alla vista della  55enne G. F..

DAVIDE VECCHIO, 30 ANNI, ARRESTATO PER AVER GETTATO ACIDO SUL VOLTO AD UNA DONNA DI 55 ANNI

Sembra, infatti, che l’aggressore si fosse rivolto alla donna, circa un anno fa, chiedendole di aiutarlo a convincere l’amica di quest’ultima, una 38enne di Castellina Marittima, ad iniziare una relazione sentimentale mai, tuttavia, corrisposta. Da qui la rabbia dell’uomo che avrebbe cominciato a minacciare e perseguitare le due donne e, in particolare, la 55enne colpevole, a suo parere, di osteggiare questa relazione. Il comportamento dell’uomo è stato oggetto anche di numerose denunce presentate dalle due amiche alle forze dell’ordine

L’epilogo si è avuto intorno alle 22 nei pressi di piazza Attias. Davide Vecchio si è portato all’interno di un centro scommesse “Snai” dove la vittima, che vi lavora come dipendente, era in compagnia dell’amica, la 38enne E. C., oggetto delle attenzioni dell’uomo e anche lei dipendente del centro scommesse.  Pochi istanti dopo l’uomo si è scagliato contro la 55enne  lanciandole contro dell’acido muriatico che ha investito la donna in pieno volto. A quel punto Davide Vecchio si è dato alla fuga a piedi mentre la vittima è stata immediatamente soccorsa e trasportata presso l’ospedale.

LA BOTTIGLIA DI ACIDO UTILIZZATA DA VECCHIO

I carabinieri, informati dall’amica della vittima e apprese le generalità dell’aggressore, si sono immediatamente messi sulle tracce dell’uomo rintracciandolo e bloccandolo pochi minuti dopo presso la propria abitazione. Una volta in caserma, Vecchio è stato tratto in arresto con l’accusa di Lesioni personali aggravate e, su disposizione del magistrato, assoggettato in regime di arresti domiciliari.

La vittima, sottoposta alle cure del caso presso il pronto soccorso, ha riportato “erosione corneale bilaterale ed ustioni di primo grado al volto” con una prognosi di 25 giorni. Per fortuna sembra che i medici riusciranno a salvarle la vista ma le lesioni ai tessuti epidermici saranno difficili da curare.
Le immagini delle telecamere di sicurezza che hanno ripreso il gesto sono adesso a disposizione degli inquirenti.


La testimonianza di una delle responsabile del centro Snai di piazza Attias, Teresa Nardini: “E’ un anno che molesta le mie dipendenti”.
“Colui che ha compiuto questo gesto purtroppo lo conosciamo bene – spiega Teresa Nardini del centro scommesse Snai – E’ un cliente abituale e da circa un anno molestava le due donne. Secondo lui la collega più matura si era messa di mezzo al suo corteggiamento nei confronti dell’altra più giovane. Ma in realtà tra di loro non c’è mai stato niente.
Domenica 24 maggio lui l’ha aspettata fuori la sua vittima intorno all’ora di chiusura. Lei alla vista del molestatore che aveva in mano qualcosa è corsa subito dentro l’agenzia e lui l’ha inseguita fino ad arrivare nel mezzo della sala scommesse – racconta sempre Nardini –  Non ho ancora parlato con la vittima so solo che ha subito gravi danni. Se c’era qualcuno all’interno? Si qualche cliente la collega oggetto delle attenzioni amorose che però si era chiusa dentro la stanza”.

Molto probabilmente l’aggressore ormai conosceva i turni e domenica sera ha preparato il suo ultimo atto di violenza. “Da un anno continuavano queste molestie -specifica Nardini – Veniva qua e la minacciava. Questo è stato l’exploit finale. L’accusa nei confronti della vittima è che lei si fosse messa nel mezzo al corteggiamento dell’amica. Una volta siamo stati costretti anche noi a chiamare i carabinieri perché risultava molesto anche all’interno dell’agenzia”.

Giovanna Cepparello, presidente del consiglio Comunale: “Solidarietà alle donne vittime di violenza e molestie”
Come donna e come politica, desidero esprimere tutta la mia solidarietà alle due donne che ieri sera, nella nostra città, sono state colpite da un gravissimo atto di violenza da parte di un giovane uomo ‘innamorato’. Una delle due ha subito un terribile sopruso fisico, che le ha provocato ustioni e danni alla vista. L’altra ha subito invece un trauma psicologico, certamente meno visibile e drammatico, ma che senza dubbio sarà difficile da cancellare. La mia solidarietà, sincera, si accompagna ad una riflessione un po’ amara. Stiamo vivendo una vera emergenza per quanto riguarda la violenza sulle donne. Sembra infatti che i tempi difficili che stiamo attraversando, tempi carichi di incertezze e poveri di speranze, fungano da acceleratore delle morbosità; sempre più spesso le molte frustrazioni, solitudini, disperazioni si riversano sulle donne. Le mogli, le compagne, le madri, le figlie, o, come in questo caso, le donne che hanno detto di no. E, di fronte a questa deriva di prepotenza e di sopraffazione, mancano completamente gli ‘anticorpi’ culturali adeguati: parlare di diritti delle donne sembra ormai poco attuale, vetusto. La nostra autodeterminazione, la nostra libertà di scegliere come, chi, quando e come amare, sembrano prepotentemente messe in discussione dall’immagine della donna che emerge dalla cultura di massa: sempre più, di nuovo, oggetto di piacere e di desiderio, sempre più, ancora una volta, prodotto distorto e specchiante di una mascolinità arrogante, che sembra coltivata per castrare i bisogni di tanti giovani uomini che cercano solo di liberarsene. Dobbiamo superare i modelli muscolari e angusti che costringono ancora la nostra ‘alta’ cultura occidentale, dobbiamo riscoprire e rimettere al centro il femminile, riappropriandoci, uomini e donne, di una visione delle cose incentrata sul valore della differenza. In questo senso credo che anche la politica sia chiamata a svolgere un ruolo: quello di promuovere e di facilitare il pensiero collettivo su temi così fondamentali, quello di stimolare riflessioni consapevoli nelle donne, e forse soprattutto negli uomini, sulla necessità di ‘nutrimento’ della propria affettività, della propria emotività, oltre e nonostante la crisi, le miserie, le passioni tristi.

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