Evasione, la Finanza sequestra due abitazioni
I sigilii sono scattati per il mancato versamento dell’Iva e di ritenute previdenziali per un importo di circa 660 mila euro
Nei giorni scorsi, il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Livorno ha messo sotto sequestro preventivo due appartamenti a Livorno, a seguito dei provvedimenti emessi dalla Autorità Giudiziaria per il mancato versamento dell’Iva e di ritenute previdenziali per un importo di circa 660 mila euro.
Il sequestro è stato eseguito nei confronti dei rappresentanti legali di due importanti società labroniche, che si occupano di commercio di autoveicoli e di raccolta rifiuti.
Tale attività si inserisce nell’ambito di ulteriori investigazioni effettuate dai reparti del comando provinciale che, negli ultimi sette mesi, ha eseguito altri 18 decreti di sequestro preventivo disposti dal Tribunale per gli omessi versamenti di Iva e di ritenute previdenziali rilevati dall’Agenzia delle Entrate, per le annualità tra il 2007 e il 2011, nei confronti di altrettanti contribuenti. Complessivamente, le misure cautelari eseguite hanno consentito di sequestrare circa 2,2 milioni di euro, di cui disponibilità finanziarie presenti sui conti correnti degli indagati per 249.000 euro, quote sociali per 199 mila euro, polizze vita e autovetture per 22 mila euro, nonché undici appartamenti, un fabbricato industriale un opificio e un terreno per un valore pari a circa 1,7 milioni di euro. Si tratta di beni riconducibili a persone fisiche, responsabili dei predetti reati tributari, che hanno ricoperto la carica di rappresentanti legali di cinque ditte individuali o di amministratori di 15 società di capitali.
Nei loro confronti, l’Agenzia delle Entrate, attraverso una specifica attività di controllo delle dichiarazioni fiscali presentate diretta ad intercettare con estrema tempestività i mancati versamenti di importo più rilevante, aveva accertato un’evasione di imposta ai fini IVA e/o omesse ritenute previdenziali, comprensiva di sanzioni e interessi, pari a oltre 4,6 milioni di euro.
In questo contesto, i reparti del Corpo, in collaborazione con la aliquota della Sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, hanno ricostruito le disponibilità finanziarie e la situazione patrimoniale dei beni riconducibili agli indagati, sottoponendo a vincolo cautelativo i beni mobili ed immobili individuati per un importo corrispondente alle somme evase. L’attività eseguita è il risultato del rafforzamento delle sinergie operative sviluppatesi tra la locale procura della Repubblica, la direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate e i reparti operativi del comando provinciale della guardia di finanza, anche a seguito dell’accordo di collaborazione (siglato il 4 dicembre 2013) tra Procura Generale della Repubblica, le Procure della Repubblica del Distretto della Corte di Appello di Firenze e la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate. La collaborazione istituzionale instaurata a livello locale ha consentito di velocizzare il flusso di comunicazioni tra le diverse Autorità e lo sviluppo degli accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati, restringendo i tempi di esecuzione delle misure cautelari, con l’obiettivo di recuperare le imposte evase.
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