Evasione per 6,7 mln: tre arresti in 2 società

Imposte evase per oltre 6,7 milioni di euro, distrazioni di denaro per 1,6 milioni ed occultamento delle scritture contabili: denunciati 6 soggetti, di cui 3 tratti in arresto

I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Livorno hanno tratto in arresto – in esecuzione di un’ordinanza, emessa dal Gip del locale Tribunale, Beatrice Dani, di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari – tre persone (due residenti a Livorno ed una ad Empoli), ritenute responsabili, a vario titolo, di reati fiscali e di bancarotta.
In particolare, le contestazioni ai tre arrestati hanno ad oggetto l’utilizzo di false fatture, l’occultamento delle scritture contabili, l’omesso versamento di ritenute e la presentazione delle dichiarazione dei redditi infedeli, la simulazione di reato nonché, soprattutto, fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, collegati al fallimento (dichiarato dal Tribunale di Livorno tra novembre 2014 e febbraio 2015) di due società labroniche operanti nel settore della logistica.
Più in dettaglio, tali società, con un giro d’affari di circa 2 milioni di euro annui, attraverso una trentina di dipendenti, si occupavano di ritirare autovetture in arrivo al porto di Livorno, per custodirle, in attesa che le stesse fossero prelevate da altra società, estranea alle indagini, la quale, a sua volta, ne effettuava la distribuzione presso vari concessionari del territorio nazionale.
Le indagini hanno avuto ad oggetto, dunque, le due società fallite, utilizzate in continuità temporale, che hanno portato avanti la medesima illecita strategia, tesa, da un lato, a mantenere attivi i rapporti commerciali con i clienti, offrendo, in concorrenza sleale, prezzi bassi e, dall’altro lato, a non onorare le passività esistenti, con riferimento ai debiti tributari e previdenziali maturati verso l’Erario, pari a circa 6 milioni di euro (comprensivi di sanzioni e interessi).
Peraltro, entrambe le imprese – le quali, in molti casi, neppure presentavano i bilanci – risultano aver omesso la dichiarazione di ricavi per oltre 2,5 milioni di euro (con un’imposta evasa, comprensiva di sanzioni, per circa 700 mila euro) ed utilizzato false fatture emesse, per una asserita sponsorizzazione, da un’associazione sportiva dilettantistica livornese, il cui rappresentante è stato a sua volta denunciato.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, sotto il coordinamento del Sost. Proc. presso la Procura della Repubblica, Dott. Massimo Mannucci, hanno così segnalato all’Autorità Giudiziaria, nel complesso, sei soggetti, cinque dei quali in qualità di amministratori di fatto e di diritto delle citate due società, anche per aver sistematicamente “svuotato” i conti correnti societari, dando luogo a distrazioni sia di denaro e che di beni mobili (un furgone aziendale ed arredi di ufficio) per complessivi 1,6 milioni di euro.
I predetti cinque indagati hanno tentato di giustificare i prelevamenti, effettuati in contanti allo sportello o tramite assegni, con l’utilizzo strumentale ed artificioso di poste contabili (in particolare del conto prelevamenti soci, senza mai procedere alla restituzione delle somme); per ostacolare, poi, la ricostruzione del volume d’affari e del patrimonio delle società, sono state occultate e/o distrutte le scritture contabili obbligatorie delle società, simulando, peraltro, l’avvenuto furto delle stesse.
Le attività investigative traggono origine dagli elementi emersi nell’ambito di perquisizioni effettuate, nel settembre dello scorso anno, nei confronti di numerose persone fisiche e giuridiche, che avevano portato, tra l’altro, all’arresto di altro soggetto, ancora detenuto in carcere e per il quale è in corso di celebrazione il processo davanti al Tribunale di Livorno. Nel medesimo contesto, i finanzieri, all’epoca, avevano proceduto, altresì, al sequestro preventivo per equivalente di un immobile sito nel centro di Livorno, nonché delle quote sociali di alcune società per un valore di oltre 430 mila euro.

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