Rubano benzina ma… trovano i carabinieri: arrestati

Esasperato dai continui furti subiti all’interno della propria ditta, la “C.LI.R.I. S.r.l.” operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti, che nell’ultimo anno hanno fatto registrare un ammanco di oltre 15.000 litri di carburante, il proprietario si è rivolto ai Carabinieri di Livorno i quali, nelle ultime settimane hanno dati inizio ad una serie di appostamenti all’interno dell’azienda finalizzati ad interrompere la striscia di furti.

E questa notte a finire nella rete dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia e della Stazione di Stagno sono stati 3 cittadini rumeni, due dei quali già con precedenti alle spalle:

1.     Paun Stefano Gabriel, 30enne , pregiudicato;

2.     Florin  Ivan Allin, 29enne, pregiudicato;

3.     Dicu Stelian Cristinel, 19enne.

I tre, intorno alle 22, una volta introdottisi all’interno della ditta di via Vallin Buio sono stati notati dai militari mentre si dirigevano, con in mano due grosse taniche, in direzione di un escavatore “Caterpillar” regolarmente parcheggiato nel piazzale della ditta. A quel punto i tre malviventi hanno forzato con un cacciavite il tappo del serbatoio del pesante mezzo e, inserito all’interno un tubo in gomma, hanno effettuato il trasbordo del carburante, circa 40 litri, dentro le due taniche. Terminata questa operazione, i tre si sono quindi diretti all’esterno della ditta e, raggiunta un’autovettura Fiat Punto, hanno effettuato una seconda operazione di trasbordo del carburante questa volta all’interno del serbatoio dell’auto. A questo punto, prima che i rumeni potessero allontanarsi, è scattato l’intervento dei Carabinieri che hanno immediatamnte bloccato i tre. La refurtiva è stata poi interamente recuperata e sequestrata, così come gli attrezzi da scasso ed i contenitori utilizzati per il furto. L’autovettura Fiat Punto, utilizzata dai malviventi, è inoltre risultata provento furto essendo stata rubata, il 22 giugno scorso, ad una donna di Livorno.

Una volta in caserma, i tre sono stati dichiarati in stato di arresto con l’accusa di concorso in “furto aggravato”, “ricettazione” e “Possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli” e successivamente tradotti presso il Carcere di Livorno.

 

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