Articoli non sicuri: nei guai negozio di nota catena
Scatta la sanzione prevista fino a 25mila euro. Nel mirino della Finanza un punto vendita di una nota catena commerciale in franchising
Procede senza sosta l’azione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno finalizzata ad arginare il fenomeno della commercializzazione di prodotti contraffatti e privi dei necessari requisiti, per garantire la sicurezza dei clienti. Nella giornata di lunedì 8 febbraio, i finanzieri del Gruppo di Livorno hanno proceduto al sequestro, nei confronti di un punto vendita di una nota catena commerciale in franchising, di un notevole quantitativo di prodotti esposti in vendita pur se privi dei requisiti di sicurezza previsti dal Codice del Consumo.
Nel corso dell’intervento, sono state rilevate irregolarità su oltre 12.000 prodotti, tra i quali, in particolare, oggettistica per la casa, suppellettili e articoli di cancelleria, che, dove non sequestrati, sarebbero giunti nelle case di inconsapevoli acquirenti. Il rappresentante legale della società è stato segnalato alla Camera di Commercio per le violazioni contemplate dal D.Lgs. nr. 206/2005 (Codice del consumo), per le quali sono previste sanzioni fino a 25.000 euro, nonché la successiva confisca e distruzione dei prodotti sequestrati.
Quello della sicurezza dei prodotti è un settore che la Guardia di Finanza di Livorno ormai da tempo presidia, consapevole del fatto che il cittadino, spesso ingannato da prezzi particolarmente vantaggiosi dei prodotti, non considera i rischi dell’incolumità personale insiti nell’acquisto di beni privi dei requisiti di sicurezza e affidabilità, previsti dalle vigenti normative nazionale e comunitaria. Tali prodotti, infatti, per essere conformi agli standard legali, devono essere commercializzati riportando, sulle confezioni o sulle etichette dei prodotti posti in vendita, chiaramente visibili e leggibili, le indicazioni relative, tra l’altro, alla denominazione del prodotto, al nome del produttore o di un importatore facente parte dell’Unione Europea, al Paese di origine se situato fuori dell’Unione Europea, all’eventuale presenza di materiali o sostanze che possano arrecare danni all’uomo o all’ambiente, alle caratteristiche merceologiche del prodotto stesso.
L’assenza del marchio “CE” costituisce di per sé un indizio di rischio per l’acquirente: i relativi prodotti risultano prevalentemente assemblati con materiali scadenti, comunque non controllati, quindi potenzialmente nocivi per gli utilizzatori. Anche la mancanza di indicazioni in lingua italiana riportanti le sostanze contenute, le modalità d’uso e le eventuali precauzioni per l’utilizzo possono costituire un serio e concreto pericolo per il consumatore. È per tale ragione che i i continui controlli quotidianamente effettuati costituiscono un importante argine al dilagare del fenomeno illegale, a garanzia della salute pubblica e della tutela degli imprenditori onesti.
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