Discarica abusiva di estintori, ditta nei guai

L’Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli ha da tempo intensificato i controlli sul territorio contro l’abbandono di rifiuti nell’area protetta, un problema particolarmente sentito dalla comunità, che proprio per tale motivo, attraverso preziose segnalazioni, spesso collabora con il servizio vigilanza del Parco: nell’ambito dei controlli dedicati a contrastare tale fenomeno, i guardiaparco hanno individuato, nella Tenuta di Tombolo, varie decine di estintori esausti, abbandonati ai limiti del bosco di Marina di Pisa, nei pressi del campo nomadi di via della Bigattiera.

A seguito di accertamenti e indagini il corpo di vigilanza dell’Ente Parco è riuscito a risalire alla ditta responsabile dell’abbandono, che ha sede legale nel Comune di Livorno: il comportamento del personale dell’azienda che ha scaricato abusivamente il materiale costituisce una forma illecita di smaltimento di rifiuti, peraltro aggravata, giacché il reato è stato commesso in un’area boscata protetta e un sito d’importanza comunitaria. Solo dopo l’avvio delle indagini ed i primi interrogatori, la ditta proprietaria si è affrettata a denunciare il furto degli estintori, lasciando quindi ipotizzare che si trattasse di un maldestro tentativo di camuffare il reato commesso.
L’abbandono di rifiuti all’interno del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, è punito sia sul piano amministrativo, con sanzione pecuniaria, sia sul piano penale, attraverso specifica denuncia all’autorità giudiziaria. Alla ditta responsabile è stata inoltre recapitata un’ingiunzione affinché provvedesse a proprie spese al ripristino dell’area e allo smaltimento a norma di legge del materiale abbandonato, cosa che è in effetti avvenuta nei giorni scorsi.
Quale ulteriore conseguenza per i fatti commessi, la ditta livornese si troverà inoltre nella condizione di non poter più ricevere appalti dalla pubblica amministrazione. Le misure a cui vanno incontro i trasgressori in situazioni di questo genere sono particolarmente pesanti ma tale durezza risulta indispensabile per contrastare un fenomeno, quello dell’abbandono dei rifiuti, sempre crescente e che colpisce il Parco in maniera sistematica.

Nonostante varie difficoltà, tra cui soprattutto la carenza di personale – anche se l’attività di vigilanza ambientale non viene svolta in via esclusiva, l’Ente Parco può disporre di appena dodici guardie su un totale di 24.000 ettari – e l’esistenza di altre priorità per le azioni di vigilanza, i controlli dell’Ente Parco proseguiranno comunque intensamente, anche in contesti particolari come quello dei rifiuti che arrivano dal mare: su tale aspetto si sta infatti tentando di classificarli nel tentativo di scoprire situazioni illecite di smaltimento di rifiuti speciali (materiale medico/ospedaliero, scarti di calzaturifici, etc.) che possono verificarsi nell’entroterra toscano e, tramite i fiumi, finire per trasformare le nostre spiagge in vere e proprie discariche.

 

Riproduzione riservata ©