Caso Corat, l’infermiera va in carcere

Tre anni e tre mesi da scontare dietro le sbarre nel carcere di Sollicciano a Firenze. E’ questo quanto attende l’ex infermiera del Corat dell’ospedale di Livorno, Susanna Fiorini, per la vicenda dei referti oncologici che secondo l’accusa aveva falsificato all’interno del reparto per la prevenzione dei tumori.
In primo grado, nel giugno del 2009, fu condannata a 4 anni di pena e alla sospensione dai pubblici uffici per cinque anni con l’accusa di falso scontando già nove mesi di arresti domiciliari. La sentenza del tribunale di Livorno fu confermata dalla Corte d’Appello di Firenze un anno dopo. Lo scorso 21 ottobre la Cassazione respinge il ricorso dei suoi legali condannandola in via definitiva. Adesso dovrà quindi scontare, in prigione, altri 3 anni e 3 mesi.
Nei suoi confronti è pendente inoltre il procedimento per le lesioni ai pazienti del Corat nei confronti dei quali i referti furono stati falsificati. Gli esami per la prevenzione del tumore al colon retto falsificati risultarono ben 357. L’inchiesta condotta dalla squadra mobile e coordinata dal pm Giuseppe Rizzo scattò dopo una segnalazione dell’Asl dopo che erano stati trovati alcuni ritagli di referti nella macchina fotocopiatrice. L’infermiera fu arrestata il 20 gennaio 2009.
“Sono veramente rammaricato per il pronunciamento della Cassazione – dichiara il legale di Susanna Fiorini, Alberto Uccelli – ho sempre creduto fermamente nella sua innocenza”.
Sul perché avesse falsificato i referti oncologici rimane un grandissimo punto interrogativo. Anni di processi infatti non hanno mai chiarito il movente.

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