Rubava cibo dagli scaffali: scarcerato dopo l’udienza

L'uomo è stato processato per un ammanco del valore di 32,50 euro: scarcerato

I responsabili del supermercato “InCoop” di via Frank,  da gennaio a giugno del 2015 avevano verificato un ammanco di oltre 40.000 euro causato da una serie di ruberie all’interno, in particolare, del reparto alimentari che però non è possibile addebitare ad una persona in particolare in quanto mancano le prove relative a questi furti.
Solo a settembre dunque, i dirigenti del supermercato hanno deciso, pertanto, di rivolgersi ai carabinieri i quali hanno dato inizio alle indagini, supportate anche da telecamere sistemate nei locali interessati dai furti. Nel giro di tre mesi i militari hanno così scoperto il responsabile accertando ben 10 casi. A finire in manette, nel pomeriggio di giovedì 7 gennaio, il 59enne livornese Gino Mazzoni, incensurato, impiegato della InCoop in qualità di capo reparto, sorpreso mentre era intento a consumare l’ennesimo furto.  Nella circostanza, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia, guidati dal Luogotenente Arangio, sono riusciti a recuperare refurtiva del valore di circa 500 €..

L’attività di indagine condotta dai carabinieri ha consentito di ricostruire il modus operandi adottato dal dipendente 59enne per commettere i reati. L’uomo, secondo quanto riportato da una nota stampa dei carabinieri, di volta in volta, con la scusa di recarsi all’esterno del magazzino per gettare i rifiuti nei cassonetti, ne avrebbe approfittato  per sottrarre generi alimentari di ogni tipo che provvedeva poi a celare nel sottosella del suo scooter. Le immagini delle telecamere posizionate dai militari hanno infatti ripreso almeno 10 episodi che vedono per protagonista il 59enne.
Su disposizione del magistrato di turno, l’uomo è stato poi condotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Nell’udienza di convalida odierna il capo reparto, difeso di fiducia dall’avvocato Vinicio Vannucci, è stato processato per un solo furto di generi alimentari per lo scarso valore complessivo di 32,50 euro.
Alla luce di queste evidenze il giudice ha ritenuto che non sussistessero le circostanze per la restrizione agli arresti domiciliari. Gino Mazzoni è dunque stato scarcerato al termine dell’udienza.

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