Estorsione e botte con bastone chiodato. Arrestati padre e figlio di 56 e 20 anni

Su richiesta del pubblico ministero Antonella Tenerani, i due sono finiti in manette e in carcere alle Sughere in attesa dell'udienza di convalida

Violenza, botte, colpi di bastone chiodato nei confronti di un assicuratore per costringerlo a porre fine ad un contenzioso. E’ questo quanto è accaduto questa mattina, sabato 17 maggio, alle 10 circa nel parcheggio dell’Hotel Mediterrano a Stagno.  Sul posto, intervenute dopo una segnalazione di lite pervenuta al centralino della questura, due volanti della polizia.
Gli agenti, coordinati dal dirigente Olga Arganese, si sono portati sul luogo dell’aggressione ed hanno trovato la vittima, un uomo di  59 anni, ancora sanguinante e ferito che ha raccontato di aver ricevuto, nel pomeriggio di ieri, una telefonata da parte di una ditta di autotrasporti interessata ad assicurare tutti i propri mezzi (6 camion) con l’agenzia di cui lui è il sub agente, dandosi così appuntamento alle 9.30 a Stagno nei pressi del Hotel.
L’uomo nella mattinata di oggi, insieme ad una sua collega di 54 anni, è quindi andato all’appuntamento preso il giorno precedente. Una volta arrivato a destinazione ha subito notato due persone ferme oltre la sbarra e scendeva dall’autovettura.  In questo frangente la vittima ha visto arrivare a forte velocità una Mercedes di colore nero con alla guida un uomo di 56 anni, che ha riconosciuto subito come il marito di una donna con cui aveva un contenzioso civile in corso, in compagnia del figlio di 20 anni.
Conoscendo l’ uomo  come persona violenta e pericolosa, ha subito intuito di essere stato vittima di un agguato e ha dunque tentato la fuga risalendo immediatamente in macchina.
Improvvisamente l’uomo, armato di un grande bastone alla cui estremità era impiantato un chiodo di grosse dimensioni (come si può vedere nella foto in pagina e nel riquadro da ingrandire con un click sotto l’immagine principale) ha iniziato a colpire l’auto dell’assicuratore, infrangendo tutti i vetri compreso il lunotto posteriore e il vetro anteriore.
Una volta aperto il veicolo, la vittima veniva con violenza afferrata e gettata a terra, dove veniva colpita su tutto il corpo con il bastone aiutato dal figlio, minacciandolo di morte e millantando di far parte della mafia e dicendo che “se fossero stati in Sicilia sarebbe finito sciolto nell’acido”.
Nel frattempo la donna che accompagnava la vittima ha subito tentato di contattare la polizia ma è stato subito bloccata dal figlio dell’aggressore che gli ha sfilato il telefono cellulare dalle mani impedendole cosi di chiamare le forze dell’ordine. L’aggressore con questa azione violenta ha cercato di trovare una sorta di conciliazione tra la propria moglie e l’assicuratore. L’uomo inoltre ha prelevato  dal portafoglio della vittima 750 euro e il telefono cellulare costringendolo così sotto minaccia a scrivere e firmare una dichiarazione che avrebbe dunque posto fine al contenzioso.
I soldi e i telefoni cellulari sono stati poi ritrovati addosso al figlio dell’aggressore. Entrambi sono stati arrestati e accompagnati alle Sughere in attesa dell’udienza di convalida perché colti in flagranza  per il reato di rapina, estorsione, lesioni aggravate e danneggiamento aggravato in concorso tra loro. L’assicuratore è stato poi accompagnato in ospedale dove gli è stato rilasciato il referto di 7 giorni per ferita al braccio sinistro con sutura e sublussazione dei denti incisivi. I nomi  degli arrestati non sono stati divulgati appositamente alla stampa su precisa indicazione del pubblico ministero di turno Antonella Tenerani. 

 

 

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