Barista rapinato, il racconto: “In due con le pistole”

Rapinato, picchiato, imbavagliato e legato. Un vero e proprio incubo quello vissuto nella serata del 24 febbraio dal titolare del bar Torretta in via delle Cateratte

Rapinato, picchiato, imbavagliato e legato. Un vero e proprio incubo quello vissuto nella serata del 24 febbraio dal titolare 38enne del bar Torretta in via delle Cateratte, Angelo, detto Andrea, Pocai. A dare l’allarme, intorno alle 22, è stato un passante notando il commerciante, a terra a circa cinquanta metri di distanza dal suo locale: l’uomo, dopo la fuga dei due banditi è uscito dal bar per cercare aiuto. Partita la segnalazione, sul posto è intervenuta una ambulanza della Svs che ha trasportato la vittima al pronto soccorso. Nella colluttazione con i malviventi il barista avrebbe ricevuto un colpo alla testa prima di essere rinchiuso in cucina dai banditi.
In base a quanto ricostruito dalla polizia, che indaga sull’accaduto, il 38enne si trovava a circa 50 metri dal bar con la bocca e le mani legate sul davanti con lo scotch trasparente. All’interno del locale erano state danneggiate le macchinette video poker ed era stato asportato l’incasso dal registratore. Immediate le ricerche degli agenti nel quartiere sia in auto che a piedi con le torce. Sul posto è poi sopraggiunta la polizia scientifica per i rilievi del caso che potranno tornare utili per la ricerca dei malviventi.

LA PORTA DELLA CUCINA SFONDATA DAL TITOLARE DEL BAR PER USCIRE A CHIEDERE AIUTO

“Angelo questa mattina (giovedì 25 febbraio ndr) è a casa – spiegano i familiari- E’ tramortito, spaventato e molto amareggiato per quanto accaduto ma sta bene. Ci ha raccontato quanto ha vissuto ed è stato un vero e proprio incubo. Intorno alle 21 stava chiudendo il bar e aveva già abbassato una delle due saracinesche dei rispettivi ingressi al locale. Sono entrati con passamontagna e occhiali scuri per non far vedere neanche il colore degli occhi. In mano avevano le pistole – spiegano i cari del barista- e con quelle lo hanno minacciato, parlando uno spiccato accento dell’est Europa, di consegnare loro l’incasso della giornata. Angelo ha obbedito e subito dopo i banditi hanno chiuso entrambe le entrate del bar abbassando anche l’altra saracinesca. Poi hanno condotto il mio compagno verso la cucina, lo hanno imbavagliato e legato con uno scotch da pacchi trasparente e, prima di chiuderlo all’interno della cucina lo hanno colpito al collo da dietro con un calcio della pistola. A quel punto hanno avuto campo libero per spaccare le slot machine e rubare i soldi contenuti. Dopo circa una mezz’ora Angelo si è ripreso e, non sentendo più rumori all’interno del bar ha sfondato la porta della cucina con un calcio correndo così in strada. Ma anche qui non è stato facile trovare un aiuto. La via era completamente al buio per mancanza di illuminazione pubblica così è dovuto correre fino all’incrocio con via Lamarmora e fermare uno scooterista di passaggio che lo ha soccorso e ha chiamato il 113 e il 118. Ancora non sappiamo di preciso quanto è stato rubato ma una cosa è certa: è stata una notte di paura“.

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