Assalto in Prefettura: il pm chiede 38 anni di carcere

Nel pomeriggio di giovedì 15 ottobre si è svolta, probabilmente, la penultima udienza del processo per il cosiddetto “assalto alla Prefettura” che vede imputate 22 persone la cui (quasi) totalità appartenenti al collettivo politico dell’Ex Caserma Occupata e altri movimenti cittadini.
Tre giorni di “disordine pubblico” iniziati il 30 novembre del 2012 quando numerosi attivisti, lavoratori e studenti decisero di contestare il comizio organizzato dal Partito Democratico all’interno della stazione marittima e furono caricati per tre volte dalle forze dell’ordine. Il giorno successivo altra carica “a freddo”, scrivono gli attivisti dell’Ex Caserma Occupata, ai danni di un piccolo presidio che stazionava nella zona pedonale di Piazza Cavour e la successiva grande manifestazione del 2 dicembre che vide la partecipazione di migliaia di Livornesi.
“In quella occasione, al passaggio del corteo di fronte al palazzo del Governo – scrive in un comunicato l’Ex Caserma -furono lanciate transenne e fumogeni senza peraltro causare danni significativi”.

Il Pubblico Ministero, nella sua requisitoria, ha ripercorso i fatti accaduti nei tre giorni sopra descritti confermando integralmente tutte le accuse formulate sia in fase di indagine che durante le prime udienze. La richiesta finale è stata di 38 anni totali di carcere per i 20 imputati e due sole richieste di assoluzione (di cui una riferita ad una posizione già stralciata in fase processuale). La pena più alta, 3 anni e 4 mesi, per Ceraolo Giovanni accusato di essere uno dei responsabili, anche dal punto di vista morale, di quanto accaduto in tutte e tre le giornate.

Il commento dei Comitati Autonomi Ex Caserma Occupata. “Non possiamo che contestare integralmente e ancora una volta la strumentalità di queste richieste di condanna. Un tentativo chiaro di criminalizzare un’intera area politica. Una rappresaglia nei confronti di 20 ragazze e ragazze che da anni si battono, nella nostra città, affinché tutti possano veder riconosciuti i propri diritti.  Dalla casa  al reddito, dalla solidarietà con i lavoratori in lotta passando per le numerose battaglie ambientaliste da noi sostenute e promosse. Sono innumerevoli le iniziative di lotta e riappropriazione portate avanti negli anni dal nostro collettivo. Viviamo in una città il cui tribunale  assolve puntualmente i ricchi e i potenti di turno ma che evidentemente prova ad utilizzare il pugno duro neri confronti di chi, i ricchi e i potenti, li contesta quotidianamente. Nei prossimi giorni verranno organizzate delle iniziative di solidarietà in vista dell’ultima udienza prevista per il giorno 29 novembre.
Solidarietà con tutti gli/le imputati/e”.

 

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