Bancarotta fraudolenta, arrestato imprenditore

Nelle prime ore del mattino, militari del Nucleo di Polizia Tributaria, unitamente all’aliquota della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Livorno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza – emessa dal G.I.P. di Livorno, Dott.ssa Beatrice Dani – di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Rocchi Alberto (pisano di 45 anni), ritenuto responsabile, in concorso con altri tre soggetti, di fatti di bancarotta fraudolenta.
Contestualmente, per evitare la reiterazione del reato e ulteriori trasferimenti fittizi di beni e tutelare i creditori del fallimento, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso sempre dal GIP di Livorno, che ha colpito quote sociali per 50 mila euro e quarantadue unità immobiliari, formalmente intestate a società riconducibili al “Gruppo Rocchi Costruzioni”, aventi un valore indicativo di oltre 5,5 milioni di euro.
In sintesi, l’indagine (convenzionalmente chiamata operazione “Labirinto”), coordinata dalla locale Procura della Repubblica (Sost. Proc. Dott. Gianfranco Petralia), ha consentito di accertare che Rocchi Alberto, nella sua qualità di Amministratore unico della Immobiliare Vicarello S.r.l. (con sede a Collesalvetti) – società dichiarata fallita dal Tribunale di Livorno il 16 febbraio 2011, operante nel settore della costruzione, vendita e gestione di beni immobili – ha sottratto le scritture contabili della società in modo da impedire al Curatore fallimentare la ricostruzione dell’attivo patrimoniale, ma soprattutto ha posto in essere una sistematica attività distrattiva dei beni aziendali.

Le unità immobiliari sottoposte a sequestro sono ubicate a Pisa (n. 1, in Corso Italia), Cascina (n. 39) e  Viareggio (n. 2). Si tratta di n. 7 terreni, n. 5 appartamenti, n. 5 autorimesse e magazzini, n. 12 aree urbane e n. 13 unità abitative in corso di costruzione.

Più in dettaglio, le investigazioni hanno appurato come il predetto Amministratore, malgrado un evidente stato di crisi manifestatosi già dal 2008, ha continuato negli anni, in maniera consapevole e negligente, nella gestione societaria aggravando il dissesto dell’immobiliare ed accumulando debiti per oltre 3,3 milioni di euro.

Per sottrarsi all’azione di responsabilità dei creditori, è stato ideato e attuato un articolato sistema fraudolento con la predisposizione di una serie di atti societari che hanno visto il coinvolgimento di altre società del “Gruppo Rocchi”, soggetti giuridici strumentalmente utilizzati per simulare la vendita di unità immobiliari e disperdere le risorse finanziarie.  Si tratta di società, la cui proprietà in alcuni casi è stata mascherata da società di diritto inglese,  in cui il Rocchi ha svolto l’indirizzo, il controllo e il coordinamento delle attività, avvalendosi di “teste di legno” remunerate con compensi forfettari, che si limitavano ad aprire conti correnti, firmare assegni in bianco o compiere e firmare atti, anche di rilevante importo, di cui disconoscevano il contenuto.
Gli accertamenti finanziari eseguiti dai militari della Guardia di Finanza hanno appurato come gran parte delle compravendite immobiliari simulate siano state regolate con pagamenti in realtà mai eseguiti e, in particolare, con assegni annullati, mai negoziati e incassati, oppure con inverosimili pagamenti in contanti avvenuto prima dell’atto di registrazione per importi fino a 2 milioni di euro.

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