Arrestato ambasciatore per evasione fiscale
La guardia di finanza ha concluso l’operazione denominata “The Ambassador” che ha portato all’arresto di Macchi Varo Junior, conosciuto quale “Ambasciatore dello Stato della Liberia”, e che ha omesso di presentare le dichiarazioni fiscali, usufruendo indebitamente delle esenzioni previste per i rappresentanti diplomatici.
Il noto imprenditore di Bibbona, ha portato al fallimento due società a lui riconducibili, che gestivano la rinomata struttura turistico-ricettiva “Varo Village”, generando debiti per oltre 13.000.000 di euro, dovuti anche al soddisfacimento di esigenze personali del tutto estranee all’attività d’impresa.
Tale operazione trae origine da una complessa attività di verifica fiscale, eseguita dalle fiamme gialle della Tenenza di Cecina con l’ausilio delle indagini finanziarie, al termine della quale è stato rilevato che, secondo le accuse formulate, il soggetto sottoposto a controllo ha ricoperto l’incarico tecnico di responsabile dell’ufficio marittimo dello Stato Liberiano, percependo emolumenti per oltre 900.000 euro ed omettendo di dichiararli al fisco, in quanto ritenuti esenti da tassazione. Invece, i suddetti redditi non beneficiavano di alcuna esenzione fiscale per mancanza del presupposto soggettivo; in particolare, questi, che ha sempre avuto la residenza permanente nello Stato Italiano, non ricopriva alcuno degli incarichi indicati dall’art. 4 del D.P.R. 601/1973, in forza del quale sono esenti i redditi percepiti dagli “…ambasciatori e…agenti diplomatici esteri accreditati in Italia … nonché dai consoli, .. agenti consolari e… impiegati delle rappresentanze diplomatiche e consolari degli Stati esteri che non siano cittadini italiani né italiano non appartenenti alla Repubblica”.
Durante l’esecuzione dell’attività di polizia tributaria sono state rilevate anomalie nei flussi di denaro intercorsi tra l’imprenditore e le due società a lui riconducibili, che gestivano il “Varo Village” di Marina di Bibbona. Venivano individuate, tra l’altro, uscite di denaro per finalità estranee all’esercizio d’impresa, nonché una situazione di grave insolvenza societaria e l’esistenza di consistenti debiti tributari.
Alla luce di quanto emerso nel corso delle indagini, su istanza del Pubblico Ministero Dott. Luca Masini, il tribunale di Livorno dichiarava il fallimento di entrambe le società, Majora 2001 Srl e 3M Immobiliare Sas. L’imprenditore, nel tentativo di evitare il fallimento, ha cercato fraudolentemente di accedere alla procedura del Concordato preventivo che gli avrebbe consentito di sanare l’intera posizione debitoria corrispondendo un importo inferiore al debito complessivo (i creditori sarebbero stati “soddisfatti” soltanto in parte). A tal fine ha prodotto al Giudice Delegato documenti (fatture e Contabili bancarie) che, da accertamenti delegati alla Tenenza dal PM, sono risultati contraffatti e falsi. Le fiamme gialle hanno, quindi, proceduto all’esecuzione di apposita attività di Polizia Giudiziaria che ha permesso di individuare condotte distrattive commesse dall’imprenditore. L’oculata analisi di bilancio eseguita ha permesso inoltre di focalizzare l’attenzione su determinate poste patrimoniali utilizzate per mascherare movimentazioni finanziarie per finalità estranee all’esercizio d’impresa. L’esito dell’attività ha permesso di individuare debiti per un importo superiore a 13 milioni di euro, nonché la distrazione di somme di denaro facenti parti del patrimonio delle due Società per un importo allo stato quantificato in circa 800.000 euro.
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