Arrestata rapinatrice: “Ho perso il lavoro”

La rapinatrice, Stefsania Lotti, ha spiegato di aver perpetrato le due rapine, poiché stava attraversando dei momenti di difficoltà emotiva ed economica

È stata arrestata nelle prime ore del mattino di oggi la donna ritenuta responsabile delle rapina alla Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci del 10 marzo scorso in via del Mare, all’Ufficio Postale di Marina di Cecina.  Le indagini della questura di Livorno, condotte dalla Squadra Mobile e dal commissariato di polizia di Cecina, sono partite dall’unico punto fermo indicato di testimoni della rapina presso il citato ufficio postale: la rapinatrice, raccontarono i testimoni, si era allontanata velocemente dal luogo del reato a bordo di una vettura di cui fu fornito il numero di targa  “parziale.”
Inoltre, uno dei testi ricordava il vistoso colore arancione del giubbino che indossava la rapinatrice, mentre si allontanava a passo spedito. Tutti i testimoni concordemente avevano indicato l’autore della rapina in una donna di mezz’età.
L’indagine si è concentrata dunque inizialmente sulla parziale indicazione della targa dell’auto e consentiva di risalire dapprima alla completa sequenza alfanumerica della targa e poi di conseguenza al legittimo proprietario della stessa.
L’uomo convocato in questura aveva confermato di essere in possesso dell’auto e di non averne subito il furto, dichiarando  che si trattava del mezzo normalmente in uso a lui e alla sua convivente, Stefania Lotti
La donna, che corrispondeva alle descrizioni della rapinatrice fornite dai testimoni, è apparsa subito la principale indiziata della perpetrazione della rapina.

Pertanto la sua immagine fotografica è stata confrontata con le immagini del sistema di video sorveglianza interno all’ufficio postale e con le immagini della rapina consumata in danno della Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci di via del Mare ad opera di una rapinatrice solitaria.

In particolare, le immagini dell’impianto di video sorveglianza di quella banca hanno consentito di accertare che Stefania Lotti era proprio la donna armata di pistola che  il 10 marzo scorso  entrò al’’interno dei locali per effettuare la rapina.
La perquisizione a casa della donna, a Lucca, ha consentito agli agenti di ritrovare la pistola usata nelle due rapine e, soprattutto, i capi di abbigliamento ripresi dalle telecamere e si scoprire lo stratagemma utilizzata dalla donna per confondere i testimoni e  eludere le investigazioni: dopo la rapina all’ufficio postale di Marina di Cecina Stefania Lotti, accortasi di essere stata scoperta e forse anche di essere stata ripresa dalle telecamere, era uscita dai locali dell’ufficio postale per non farsi riconoscere indossa il giubbino, poi ritrovato all’interno della sua abitazione, rovesciato mostrando la parte interna con la fodera di colore arancione invece che la parte esterna di colore verde. Per questo motivo, uno dei testimoni, sviando involontariamente le indagini nella loro fase iniziale, descriveva la donna vestita da un giubbino di colore arancione acceso.
Lotti ha spiegato di aver perpetrato le due rapine, poiché stava attraversando dei momenti di difficoltà emotiva ed economica, legati principalmente alla perdita del lavoro, nonché per fornire un aiuto finanziario al figlio Diego. Per tale ragione, l’indagata avrebbe deciso di tentare, dapprima, una rapina presso una Banca di Livorno e, non ottenendo alcun provento, avrebbe poi deciso di perpetrarne un’altra a Cecina. Nel corso della perquisizione è stata ritrovata e sequestrata l’arma utilizzata dalla donna per minacciare clienti e dipendenti della banca e dell’ufficio postale rapinati: una  pistola giocattolo, sprovvista del tappo rosso, con caricatore estraibile.
In via del Mare fingendosi cliente ha tirato fuori dalla borsetta una pistola e ha minacciato i dipendenti che però si sono rifiutati di soddisfare le richieste. A quel punto la malvivente ha rapinato una donna che era presente all’interno della banca.

Il racconto della donna rapinata – “E’ venuta mentre ero a sedere con la pistola in mano e mi ha detto “dammi tutto quello che hai”. Io le ho dato il telefono, soldi non ne avevo. Poi a mio padre gli ha detto di andare via. E sono riuscita a scappare. Aveva la pistola in mano. Non era finta, ve lo posso assicurare che non era finta”.

 

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