L’ammiraglio Giuffrè minacciato a Brindisi
Brutta avventura per l’ex comandante della Capitaneria e per quattro mesi commissario dell’Autorità Portuale, Salvatore Giuffrè, aggredito e tenuto in ostaggio nel suo ufficio a Brindisi da un imprenditore che l’ha minacciato con due pistole cariche, una delle quali calibro 38.
L’uomo, uno dei più noti imprenditori del porto pugliese, si è presentato al front office dell’Autorità Portuale chiedendo di parlare con i vertici dell’ente (Giuffrè è il segretario generale). Quando un addetto dell’ufficio di presidenza gli si è fatto incontro ha estratto una pistola che nascondeva sotto la giacca ed è arrivato fino alla stanza del presidente Hercules Haralambides puntandogliela alla tempia. Richiamato dalle urla, l’ammiraglio Giuffrè è uscito per vedere cosa stesse accadendo. L’imprenditore l’ha afferrato costringendolo a entrare nell’ufficio e sotto la minaccia dell’arma ha tenuto in ostaggio sia Haralambides che Giuffrè. Quaranta minuti di terrore. Alla fine l’uomo – arrestato per minacce e sequestro di persona – ha avuto un crollo nervoso ed è stato colto da malore. All’origine del gesto c’è l’esasperazione per le gravi difficoltà delle aziende dell’uomo d’affari in seguito alle scelte dell’amministrazione.
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