In Comune affissa una lapide con le parole di Primo Levi. Il testo della poesia
Una lapide con la poesia di Primo Levi “Shemà”, a ricordare alla città il dramma della deportazione degli Ebrei nei campi di sterminio, è da oggi affissa ad una parete esterna del Palazzo Municipale di Livorno, proprio a fianco della porta di ingresso dalla quale passano quotidianamente i dipendenti comunali e tanti cittadini. “Una scelta non casuale per la Giornata della Memoria – ha dichiarato il Sindaco Alessandro Cosimi nel corso della cerimonia di inaugurazione della lapide – perché il Comune è la casa dei cittadini e il Comune esprime con questa poesia un punto di vista molto preciso sulla deportazione e uccisione di tante persone, ebrei, omosessuali, rom, disabili. E cioè una condanna netta a uno Stato che, con le leggi razziali, e quello che ne è conseguito, ha voluto negare l’esistenza stessa di alcuni cittadini, ha voluto cancellarli, annientarli, distruggerli. Questa lapide – ha precisato il Sindaco Cosimi – è inoltre un monito a scolpire nei nostri cuori la coscienza dei crimini commessi, condannando il negazionismo, e a costruire una città di pace partendo dalla sofferenza di chi ha vissuto la tragedia della Shoah”.
La cerimonia di inaugurazione della lapide, donata al Comune dal Lions Club Livorno Porto Mediceo, è stata preceduta da un incontro nella Sala Consiliare con gli interventi, oltre che del sindaco Alessandro Cosimi,del presidente del Consiglio Comunale Enrico Bianchi, del presidente del Lions Club Livorno Porto Mediceo Roberto Diddi e per la Comunità Ebraica Livornese di Daniele Bedarida, che ha letto un messaggio del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). Ha introdotto l’assessore alle culture Mario Tredici che ha ricordato fra l’altro la figura di Frida Misul, ebrea livornese che ha vissuto il dramma della deportazione.
Nel corso della cerimonia il coro degli alunni e degli adulti delle scuole Borsi- Pazzini diretti da Sara Saccomani si è esibito in un’anteprima dello spettacolo musicale “Quadratini in brodo”, liberamente ispirato al diario di Frida Misul (Lo spettacolo si svolgerà integralmente il 6 Febbraio presso la Goldonetta).
E’ stata distribuita la pubblicazione “Voi che vivete sicuri….” sulle persecuzioni degli ebrei a Livorno e sul rapporto tra Primo Levi e la nostra città. La pubblicazione è edita dal Comune di Livorno.
Questa la poesia Shemà di Primo Levi
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca
I vostri nati torcano il viso da voi.
Il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha scritto al Sindaco Alessandro Cosimi per esprimere apprezzamento per l’iniziativa. “Se l’età è d’ostacolo alla realizzazione di questo mio desiderio – queste le parole di Ciampi – nulla può contro la volontà di essere idealmente presente e, insieme con i concittadini livornesi, rendere onore a tutte le vittime innocenti di un disegno perverso; di un crimine perpetrato contro l’intera umanità”.
La cerimonia di inaugurazione della lapide, martedì 28 gennaio, si svolgerà in due momenti. Alle ore 12, all’interno del Palazzo comunale, nella sala consiliare, è prevista la commemorazione della Giornata della Memoria con gli interventi del sindaco Alessandro Cosimi, del Presidente del Lions Club Livorno Porto Mediceo Roberto Diddi e per la Comunità Ebraica Livornese Daniele Bedarida, che leggerà un messaggio del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (Ucei). Introdurrà l’assessore alle culture Mario Tredici. Alle ore 13 la cerimonia si sposterà all’esterno del Palazzo per lo scoprimento della lapide. La lapide verrà scoperta da Anna Abeniacar, sopravvissuta al campo di sterminio. Accanto a lei il coro degli alunni e degli adulti delle scuole Borsi- Pazzini diretti da Sara Saccomani, che si esibiranno in un’anteprima dello spettacolo musicale “Quadratini in brodo”, liberamente ispirato al diario di Frida Misul. (Lo spettacolo si svolgerà integralmente il 6 Febbraio presso la Goldonetta).
Nel corso della cerimonia sarà distribuita la pubblicazione “Voi che vivete sicuri….” sulle persecuzioni degli ebrei a Livorno e sul rapporto tra Primo Levi e la nostra città. La pubblicazione è edita dal Comune di Livorno.
Questo il testo completo della lettera di Carlo Azeglio Ciampi al sindaco Cosimi: “I sentimenti e il tenace legame che conservo con la mia Città e con la sua comunità mi fanno desiderare intensamente di dividere con voi il momento commosso e solenne del ricordo di quell’ora buia della storia che da settant’anni non cessa di interrogare le nostre coscienze. Se l’età è d’ostacolo alla realizzazione di questo mio desiderio, nulla può contro la volontà di essere idealmente presente e, insieme con i concittadini livornesi, rendere onore a tutte le vittime innocenti di un disegno perverso; di un crimine perpetrato contro l’intera umanità. Apprezzo – e come livornese La ringrazio – l’iniziativa con cui oggi la Città celebra la Giornata della Memoria. Livorno – terra delle nostre radici – fin dai tempi lontani aperta e tollerante; lungimirante nell’accoglienza dello “stranieri”, fattore di crescita umana e civile, di prosperità e di benessere. Una città e una comunità che con le livornine scelsero di caratterizzarsi per una dimensione cosmopolita, per una convivenza rispettosa di fedi e di razze differenti. Una città che si spalancava”a tutti i mercanti hebrei e mori e altri mercanti reali (riconoscendo loro)…libera facultà e licentia di venire a stare, traficare, passare e abitare con le nostre famiglie”. E’ una lezione di civiltà che non dobbiamo smettere di apprendere. Con questi sentimenti la prego caro Sindaco, di portare a tutti i livornesi il mio affettuoso saluto. Al Sindaco è giunta anche una lunga lettera del presidente della Regine Toscana Enrico Rossi nel ricordo dello sterminio del Popolo Ebraico ad opera del Nazifascismo. “Dallo sterminio del popolo ebraico, dalla tragedia del nazifascismo – scrive Rossi – deriva anche una lezione universale:il principio della responsabilità individuale, l’idea che le nostre azioni devono corrispondere a un principio etico che metta sempre al centro il rispetto della persona umana. Questa consapevolezza deve essere anche la spinta per il rinnovamento della politica, il modo migliore per valorizzare il patrimonio di esperienze che il secolo scorso ci ha consegnato, per rendere omaggio alle innumerevoli vittime incolpevoli, alle loro sofferenze, e a quanti riposero la loro speranza in un mondo diverso e migliore. La Toscana continuerà a lavorare perché questo obiettivo sia praticabile e perché la speranza produca buoni frutti”.
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