Nella casa popolare ma con super stipendio, nei guai coppia livornese. Pagavano 12,91 euro di affitto da oltre 10 anni

L’appartamento di via della Livornina (zona La Cigna) è stato sequestrato per essere riassegnato ad un nucleo familiare realmente bisognoso

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Abita con la moglie nella casa popolare ma ha un super stipendio: 3,500 euro al mese. La finanza ha smascherato due coniugi livornesi di 50 anni, entrambi denunciati per i reati di truffa ai danni dello stato e di falsa autocertificazione.
Nella fattispecie, il marito, lavoratore dipendente, con la residenza nella casa dei genitori, di fatto abitava, insieme al proprio nucleo familiare con moglie e due figli, nell’alloggio popolare formalmente assegnato alla sola moglie, in quanto priva di redditi.
Grazie alle false autocertificazioni prodotte dalla moglie ed alla fittizia residenza del marito, la coppia, pur avendo entrate nette mensili di circa 3.500 euro, corrispondeva da oltre un decennio il canone d’affitto minimo ammontante a 12,91 euro mensili, previsto per le situazioni di grave disagio economico. L’appartamento di via della Livornina (zona La Cigna) è stato sequestrato per essere riassegnato ad un nucleo familiare realmente bisognoso. Le indagini, iniziate la scorsa primavera dopo una segnalazione pervenuta alla caserma Russo in forma anonima e concluse poche settimane fa, hanno portato gli uomini coordinati dal comandante provinciale Fabio Massimo Mendella e dal comandante regionale Giuseppe Vicanolo, a smascherare la truffa. Dopo pedinamenti e sopralluoghi all’interno dell’appartamento infatti risultava che la coppia viveva una vita regolare da marito e moglie. All’interno dell’appartamento infatti c’era tutto quello che ha portato gli inquirenti ad affermare con certezza che la separazione tra i due coniugi fosse una copertura per riuscire a mantenere la casa popolare.
L’operazione è stata illustrata oggi, alla Caserma Russo, nel corso della presentazione delle attività condotte nel 2013 dalla finanza. (potete leggere tutti i dati anche qui).

Casalp ai raggi X –  L’occasione si è presentata ieri 20 febbraio nel corso della seconda commissione consiliare in cui il presidente della società partecipata dai 20 Comuni della provincia, Stefano Taddia, è stato chiamato a presentare la proposta di assestamento del bilancio. Un bilancio, quello 2013, in pareggio nonostante la pesante voce “mancate riscossioni”. Ed è questo il dato che ha fatto più scalpore ieri. La morosità (quella accertata), è arrivata a 12 milioni nel 2012 (oltre il 40% è rappresentato dal mancato pagamento dei servizi come il riscaldamento) a fronte di un affitto medio pagato dagli assegnatari delle case popolari di 30 euro che porta nelle casse della società un totale di 9,5 milioni l’anno.
Nel dettaglio, per i redditi superiori a 35 mila euro si registra una morosità di 500 mila euro. Per i redditi tra i 3 e i 20 mila euro arriva a 2 milioni, tra i 20 e i 10 mila euro è di 3 milioni e 100 mila euro, nella fascia sotto i 10 mila euro di reddito arriva a 6 milioni e 200 mila euro.
I canoni di affitto sono legati per legge ai redditi. L’82% ha un reddito al di sotto dei 16 mila euro. Di questi, 1093 hanno un reddito sotto i 12500 euro e 1032 sotto i 6246. Significa che ci sono più di mille persone che pagano, o dovrebbero pagare, 12,95 euro al mese.
Il presidente Casalp ha annunciato che dal 2012 sono stati intensificati i controlli incrociati di società e forze dell’ordine, sia vigili urbani che finanza, con provvedimenti (anche di sequestro), che in questi giorni sarebbero al vaglio della Procura.
Tutto questo considerato che gli strumenti dello sfratto e del recupero credito risultano di fatto impossibili da attuare per i redditi sotto i 10mila euro, ovvero il grosso della morosità, perché l’effetto sarebbe quello di una uscita per una reimmissione nel sistema. Negli ultimi anni si è cercato quindi di lavorare al recupero crediti nella fascia sopra ai 10 mila euro con il procedimento amministrativo della decadenza e dei decreti ingiuntivi. Rispettivamente sono in corso 200 e 300 casi, a fronte di un patrimonio edilizio di 8600 alloggi (6650 solo a Livorno).

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