Voragine sulla Fi-Pi-Li, la Regione allarga le braccia

Per il momento resterà così com’è, la voragine di tre metri nel braccio di Fi-Pi-Li che in teoria sarebbe lì per collegare il porto di Livorno al resto del mondo. Motivo? E’ ostaggio del patto di stabilità. E con ciò, la Regione Toscana risponde di fatto allargando le braccia all’interrogazione con cui il vicepresidente del gruppo regionale Nuovo Centrodestra Marco Taradash – con i suoi colleghi Ncd ovvero Alberto Magnolfi (Presidente), Andrea Agresti e Roberto Benedetti – chiedeva spiegazioni su anni di interruzione stradale in un punto strategico per la viabilità commerciale e non solo. “Perché quel ritardo?”, chiedeva in sostanza Taradash. “Ci si sta rivalendo sulla ditta che ha realizzato i lavori”, era un altro quesito.

Ebbene, stamani in apertura di seduta consiliare a rispondere è stato l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli. Per dire che l’opera di ripristino sarebbe finanziata e cantierabile da oltre un anno, ma la Provincia di Livorno ha fatto sapere di non poter procedere con la gara se non in quest’anno per via del patto di stabilità. Commissariare? Non servirebbe, perché il patto di stabilità rimarrebbe anche in quel caso un vincolo insuperabile. Nulla da fare nemmeno per ottenere un risarcimento: la richiesta di attivare un’azione di recupero era stata avanzata ad Anas subito nel 2008, ma l’anno dopo Anas fece sapere che i termini utili per rivalersi erano, riguardo a quel punto preciso in cui la strada è collassata, ormai decorsi. In Toscana simile situazione usa definirsi col motto: becchi e bastonati.

“Sono sconcertato-  ha esordito Taradash nella sua controreplica – Che razza di contratti fa Anas? E voi: con che criterio li supervisionate? Praticamente stamani in quest’aula ci è stato detto che la Regione non c’entra, e che nessuno ci può fare nulla per via del patto di stabilità. Una stabilità che però la Fi-Pi-Li evidentemente non conosce, dato che quel braccio è collassato a 5 anni dalla sua realizzazione e così è rimasto, senza che ci si possa nemmeno rivalere. Così, chi ha costruito quella strada in quel modo ne esce tranquillo e ‘lillo lallo’. Se fosse accaduto in Sicilia, un fatto del genere aprirebbe le prime pagine dei quotidiani e i titoli di sommario dei telegiornali. Invece, siccome qui siamo nella felice Toscana, allora il porto di Livorno può accettare che la massima arteria di collegamento possa essere interrotta da anni nel punto decisivo, con la Regione che è la proprietaria dell’opera capace solo di dirci che non ci può far nulla. Oltre che deludente, questa risposta è inaccettabile”.

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