Vivaldi difende le Cure Palliative: la verità non si nasconde

Certi ricordi non si dimenticano. Il riferimento va al Dir. Massimo Scura, il quale ebbe la capacità di aprire il Reparto delle Palliative, roba da matti…..Dopo qualche mese lo Scura voleva chiudere il reparto. Questo succedeva nel 2002. La primaria del reparto divenne la D.ssa Antonella Mazzoni, la quale senza alcun dubbio, era la migliore d’Italia. L’Asl anziché due medici come d’accordo, mise in difficoltà la Mazzoni, la quale da sola curava l’intero reparto dei malati terminali. Il tempo è galantuomo e la Mazzoni esausta, fu costretta a dare le dimissioni. In accordo con la Regione, lo Scura chiuse il reparto. Alcuni cittadini venuti a conoscenza,  andarono a trovare la Mazzoni, la quale con  le lacrime agli occhi, spiegò ciò che era successo. I livornesi organizzarono un comitato a difesa delle palliative. La cittadinanza sapendo di essere dalla parte della  ragione, raccolsero 12000 mila firme, consegnate al sindaco Lamberti e al Dir Scura. I vertici della Asl iniziarono ad intimorirci dicendo: le vostre firme non valgono niente e se non ve ne andate assieme alla polizia vi prenderemo a calci nel sedere, il comitato contraccambiò dicendo: ”Occuperemo gli uffici di MonteRotondo, e lo lasceremo solo quando il Reparto, verrà restituito alla città”. Lo Scura per paura di una rissa tra polizia, comitato ed Asl, si arrese. Così oltre a riattivare il reparto delle cure palliative, dettero la possibilità d’inserire il personale concordato, con il bravissimo Dott. Sirio Malfatti. Era il 2004, quando l’ACP iniziarono un lavoro a dire poco magnifico. Dopo un anno l’Associazione, riuscì ad assistere 120 malati a domicilio. Il Pres. Nazionale delle palliative Luca Moroni, venne a Livorno per congratularci del nostro operato. L’Asl anziché gioire, continuamente mettevano in difficoltà il volontariato, tanto d’appassire le rose e i fiori. Dopo lo Scura, la Regione mandò a Livorno il Dottor Fausto Mariotti, senz’altro migliore degli altri. Dopo di che, al suo posto venne la D.ssa Monica Calamai, la quale in 6 anni, disintegrò il 60x100cento della nostra sanità. La Regione dopo aver ringraziato la Calamai, la invitarono ad avviarsi, in quel dì dell’Ospedale Careggi, lasciando la porta aperta al  nuovo primario Eugenio Porfido, il quale non si capisce bene quel che vuol fare. La vita continua e Suor Costanza responsabile dell’Hospice, collaborò fino a quando i piani alti dell’Asl, dettero l’aut alla nostra Associazione. Purtroppo i dipendenti Asl  dovevano cavalcare ciò che gli veniva detto, tipo : Mi dispiace..ma dobbiamo togliervi  anche l’ufficio a noi dato 12 anni fa. Il 29 gennaio in occasione di un incontro tra Porfido e i consiglieri dell’A.C.P. parlò del progetto elaborato dall’Asl che diceva; “Nell’arco di un anno, la parte apicale della sanità, cioè medici e infermieri, le avrebbe messi all’Asl, gli altri, dopo aver curato per 12 anni i malati terminali, dovevano essere licenziati. Porfido come super men, davanti alla porta del nostro ufficio, strappò alcune lettere di ringraziamento esposte dai familiari, dei malati terminali. Al peggio non finisce mai; “Durante una riunione con medici  e infermieri dell’Associazione, Suor Costanza rivolta ai presenti disse: “Il servizio della vostra Associazione, è di scarsa qualità, e zero virgola”. Il giorno dopo suor Costanza assieme ad un tecnico, fecero un sopralluogo per toglierci l’ufficio. L’Associazione chiese un appuntamento al Dir. Generale Porfido, il quale tra una scusa e l’altra, l’appuntamento non ce lo dava mai. Nell’attesa, organizzammo una petizione popolare, la quale in 15 giorni riuscimmo a raccogliere oltre 41 mila firme depositate in Municipio. Durante la raccolta contattammo i candidati a sindaco, in nostra difesa. Un impegno questo, che doveva esprimersi dopo le elezioni del 25 maggio, probabilmente avranno dimenticato. Aldilà dei partiti Marco Ruggeri, riuscì a prendere l’appuntamento con Porfido, in data 9 aprile. Com’è strano, il volontario assiste il malato terminale e viene deriso, invece i politici affermati, decidano di prendere appuntamenti a loro piacere. La vita continua, Porfido anziché incontrare le 11 persone stabilite nel consiglio, decise di ricevere 4 persone: Eugenio Porfido, Marco Ruggeri, la Pres. Francesca Luschi e il sottoscritto. Nell’attesa, la segretaria ci invitò ad entrare in ufficio. Dopo 30 minuti di attesa, Porfido entrò, dando il buon giorno solamente a Marco Ruggeri, venne a me spontaneo dire; “Dottore perché a noi buongiorno no?” Porfido senza guardarci, si mise a sedere. Attendevamo risposta, ma la Luschi da sotto il tavolo come i bimbi delle  scuole, mi dette due pedate negli stinchi come dire, chetati. Ruggeri e la Luschi intervennero  sui problemi inerenti. Quando toccò a me dissi: “Direttore certe volte, mi vengono in mente cose strane, tipo;“Perché la nostra gioventù è continuamente prima in quanto alla disoccupazione?” E ancora; Perché la nostra sanità deve essere sempre ultima in Toscana”? Porfido sorridendo rispose:“Il Vivaldi ha ragione a dire che Livorno è ultima in Toscana, però  dovrebbe sapere che siamo primi, nella sanità del sud”. Direttore, vuol dire che noi, per essere alla pari con la sanità Toscana, dovremmo correre su e giù per curarsi nei vari ospedali del Sud?” Porfido continuò a non dire nulla, ed io mi alzai dicendo; ”Ruggeri ma questo ci prende x il c…?”. Il Ruggeri e la Luschi cercarono di farmi zittire, ed io le dissi: “Direttore se continua a prenderci in giro, va a finire male, hai capito squacquarella!. Tutti e quattro eravamo in alta tensione, fino a quando Porfido, calmò le acque dicendo: “Vivaldi mi spiego, io sono qui per aiutare la vostra città”. Le 41mila firme avevano addolcito i vertici dell’Asl, Porfido in extremis, cambiò le carte dal tavolo dicendo; “Le 23 persone della vostra associazione, nessuno le tocca.” Finito l’incontro Porfido oltre ad abbracciarci ci baciò. Sembrava fossimo diventati amici, ma non era così, tutt’ora l’Asl continua a mettere il bastone tra le ruote. Ad esempio: Un volontario dell’Associazione, ha dovuto subire le prepotenze dell’Asl, mi spiego: Una mattina due volontari, erano al capezzale di un giovane paziente in procinto di morire, vicino a lei gli accarezzavano le mani, il malato purtroppo non ce la fece. L’infermiera dell’Asl, aprì la porta e con un mezzo sorriso, si rivolse ai due volontari dicendo: “Che fate, raccontate le barzellette alla morta”? L’infermiera dell’Asl denigra i volontari con battute inopportune: “Davanti ad un malato e due volontari l’infermiera Asl inopportunamente interrompe dicendo: “Anziché venire qui, perché non ve ne andate al mare?” Ultimo esempio:”Mi trovai nella stanza di una paziente in procinto di alzarsi, per andare in bagno. La malata, si rese conto che aveva la flebo nella vena, cercai di aiutarla, ma l’infermiera inveendo su di me e sulla malata, urlò per due volte “cretino”. Offendere è vergognoso, ed io non risposi, il peggio è stato quando la paziente si è messa a piangere. L’infermiera Asl per due volte, ci mandò a quel paese. “Vorrei tornare indietro per un momento ma il tempo non si ferma corre lontano.” Parole di una canzone che ha riportato alla mia mente, l’incontro è avvenuto 12 anni fa, quando assieme alla Mazzoni, il Malfatti, Nannipieri e Valdo De Lucchese, eravamo una squadra felici, ma anche primi in classifica. Ad un certo punto ci fu confusione, tra Mazzoni e la Calamai, ma non per colpa nostra. Tempo addietro le risate e le urla non esistevano, oggi che Dio ci perdoni… la confusione è di casa.

P.S. Aldilà dei litigi e dei colori politici, la sanità dovrà essere riconquistata.

Un appello al Sindaco: Meglio sarebbe che i primari anziché la Regione, gli scegliessero dalla propria città.

Vivaldi Umberto

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