Via San Giovanni. Interviene l’Aci: “Il senso (mancato) dei livornesi per l’educazione civica”

Leggiamo con particolare apprensione la denuncia accorata, formulata attraverso una lettera inviata alla stampa da un lettore residente in via San Giovanni. Una missiva che ha per oggetto le molteplici criticità rintracciabili, purtroppo senza particolari difficoltà, lungo la stessa arteria paradossalmente sottoposta di recente ad un ‘lifting’ estetico legato alle connesse modifiche alla viabilità prodotte dal famigerato ‘Progetto Modì’. Tra le recriminazioni in questione, ci sarebbe una diminuzione della durata della luce verde al semaforo della Fortezza Vecchia, apportata senza i necessari check up del caso riguardo gli effetti concreti del cambiamento, sia durante che nei giorni immediatamente successivi. E poi ancora il problema della sosta selvaggia praticata ripetutamente, in modo indiscriminato e quel che è più grave, anche impunito, lungo l’intero arco della giornata: sia sull’ex isola di traffico di fronte al Palazzo dei Portuali (ma divenuta adesso corsia di marcia direzione Piazza del Municipio), sia lungo l’altra direttrice che conduce al mare. Tutto ciò malgrado l’estrema vicinanza del grande parcheggio, peraltro gratuito per i primi 15 minuti di stop. Senza dimenticare anche l’altrettanto esecrabile trascuratezza della zona sotto il profilo della pulizia e della manutenzione.
Che dire a proposito? Il lettore ha perfettamente ragione. La via San Giovanni incarna lo spirito più affine al pensiero partenopeo tipico del caratteristico DNA labronico. Lungo questa strada, tende a concentrarsi infatti in maniera manifesta quello stile di pensiero del livornese ‘verace’ sotto forma stereotipata. Qui sono frequenti gli episodi di anarchico dispregio delle pur minime regole che, almeno in teoria, dovrebbero guidare il nostro senso civico. Se un tempo tutta questa sciatteria poteva anche essere, pur soltanto in parte, accettata dai forestieri con risvolti positivi e connessi ad un comunemente riconosciuto temperamento esuberante, guascone e sfrontato ma sempre tendente al simpatico sarcasmo e all’irona dissacrante, adesso il mero folklore non può più essere l’unico ingrediente sufficiente per permettere alla città di elevarsi al rango di consolidata meta turistica. Un traguardo al quale i pronipoti dei Quattro Mori anelano, invano, da troppo tempo. Il rispetto delle regole, dell’altro e della cosa comune: queste dovrebbero essere le stelle polari da seguire nel cammino del saper vivere quotidiano, in un consorzio di civili cittadini. A queste latitudini però tali sentimenti non paiono aver ancora attecchito; meno che mai in via San Giovanni, dove quasi ogni giorno regna l’anarchia più spudorata.
Lo stesso principio ‘menefreghista’ del livornese medio rintracciabile anche in alcune altre zone, comunemente considerate in pratica ‘franche’, vedi piazza Mazzini o l’altro punto terribile gia’ segnalato in coincidenza di piazza della Repubblica, precisamente all’altezza della corsia di svolta per immettersi in via Garibaldi. In questa corsia infatti insistono sempre auto parcheggiate senza alcun criterio, mezzi che a pieno torto quotidianamente impediscono il normale deflusso del traffico.
La Polizia Municipale adotta quindi in tal senso dei metri di intervento decisamente elastici ed inspiegabilmente tolleranti. Specie se questi vengono messi a confronto con altri giudizi espressi in altre zone urbane, dove la tolleranza allo sgarro è pari a zero. Tale discriminazione con il tipico ‘due pesi, due misure’ non fa onore a chi l’applica ed a chi ne trae vantaggio. Al contrario, il controllo del territorio è fatto di piccole cose e non di eclatanti messe in scena. La fiducia ed il rispetto da parte dei cittadini e dell’utenza della strada in particolare, sono frutti che si fannio maturare passo dopo passo, guadagnati attraverso un’opera meticolosa e quotidiana sul territorio. Un prinicipio quest’ultimo applicabile su scale universale e soprattutto nel settore della ‘vigilanza’, laddove la garanzia dei diritti e dei doveri dovrebbe rappresentare un vero patrimonio genetico e non certo un semplice incidente di percorso.

Riccardo Heusch
Commissione Traffico e Mobilità
AC Livorno

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