Una madre denuncia: “A scuola nessuno accompagna mio figlio disabile in bagno”
L’alunno è presente nella scuola da diversi anni e in passato non ha mai lamentato alcunché; anche quest’anno, per la cura della Sua persona sono state assegnate, in aggiunta al personale docente di sostegno, due dipendenti dell’Istituto, come negli anni precedenti, ma è apparso subito evidente che quest’anno le due persone non erano sufficienti a garantire l’espletamento delle operazioni richieste per la cura dell’alunno, senza correre rischi di incidente per l’alunno stesso o per gli operatori stessi.
L’Istituto si è subito attivato, ma il problema non è risultato di semplice soluzione , sia per la ristrettezza (meglio dire mancanza) di risorse umane ed economiche a disposizione, sia per la scarsa collaborazione della famiglia, sia per l’assenza di supporto da parte dei soggetti che in relazione alla tipologia e/o all’età dell’alunno sono tenuti a garantire il loro intervento. Comunque, avuta conoscenza del problema, immediatamente, ovviamente con i tempi della burocrazia, sono state date precise consegne per la soluzione del problema, che al momento in cui la madre ha scritto alla Vs. attenzione era stato risolto.
R.Borraccini
La denuncia – Una madre con un figlio diversamente abile convive da anni con una situazione spiacevole. Stanca di quanto è costretta a vedere e sopportare ogni giorno, ha deciso di sfogarsi con la speranza che rendendo pubblico quanto accade qualcosa cambi. E’ la stessa signora che, contattando la nostra redazione, ha raccontato la triste storia (per il rispetto della privacy, non faremo riferimento a nomi e cognomi): “Mio figlio frequenta la quinta superiore e, da quando ha iniziato il suo percorso in questa scuola, ha seri problemi nell’andare in bagno. Non essendo autosufficiente in quanto portatore di handicap ha bisogno dell’aiuto dei bidelli. Tuttavia questi si rifiutano di accompagnarlo in quanto lamentano di essere in pochi, soltanto due. Essi affermano che devono essere almeno in tre e questo mi fa strano visto che io da sola in casa ci riesco tranquillamente”. La madre afferma di aver provato più volte a mettersi in contatto con la presidenza, ma senza fortuna: “Mi si è sempre negato al telefono e anche quando sono andata lì di persona mi è stato risposto che non c’era eppure io l’ho visto dalla finestra. Lavorando tutte le mattine, non posso recarmi a scuola ogni volta che c’è un problema o sperando di parlare con il preside. Il lavoro mi serve perché, essendo una madre single, devo pagare l’affitto”. Una luce però in fondo al tunnel sembra esserci: “Ogni anno da fine ottobre, a mio figlio viene affiancata una persona per un’ora al giorno ma il problema è che per un mese e mezzo è da solo”. La madre dice di essere stanca di tutto questo: “Ogni volta che vado lì mi sento dire che è tutto apposto invece mio figlio torna a casa sempre sofferente. Può aspettare di andare in bagno per massimo un quarto d’ora, ma qui si parla di almeno 40 minuti. Ho cercato di fare finta, ma non ce la faccio più”.
Riproduzione riservata ©