Un ponte mobile per troppi problemi fissi

La posizione e le proposte formulate dal Consorzio Nautico per arrivare a una soluzione condivisa e definitiva

Il Consiglio Direttivo del Consorzio Nautico di Livorno si è riunito lo scorso giovedì 15 ottobre per discutere una criticità molto attuale e sentita da un’ampia porzione dei diportisti labronici. Quella comunità che trova ormeggio all’interno del circuito dei Fossi, il cosiddetto ‘popolo delle barchette’ così come ribattezzato dai media locali, comprensivo dei circoli nautici regolarmente titolari di concessione demaniale, rilasciata dall’Autorità Portuale di Livorno.

Un ponte scomodo. Il problema che causa a oggi fortissimi disagi ai natanti, risiede nella cattiva gestione del ponte mobile costruito ai fini del collegamento pedonale tra la Fortezza Vecchia e Piazza delle Fiamme Gialle. Come più volte denunciato dal Consorzio anche già in fase di progettazione del manufatto, il suddetto ponte impedisce concretamente il passaggio delle barche. Il Consorzio aveva espresso motivate preoccupazioni: sia in merito al blocco della navigazione in entrata e uscita dai fossi, sia per la parallela insorgenza di problemi di sicurezza. Il grave precedente, denunciato alla Capitaneria di Porto dal sig. Alberto Fontanelli e verificatosi in data 27/9/2015, testimonia la fondatezza di tali perplessità.

Il precedente.  “Domenica, come mio solito, mi reco alla mia barca ormeggiata in Venezia per fare una gita in mare, mia passione da anni. Nell’arrivare nei pressi della Fortezza Vecchia noto con stupore la chiusura del ponte retraibile che collega la ‘terra con la Fortezza’ – si legge dalla missiva inoltrata dal sig. Fontanelli alle autorità competenti – Rimango stupito perché è stato chiuso senza preavviso, di domenica e con apertura solo di 15 minuti, ad ogni inizio ora fino alla sera. Non critico l’uso del ponte ma la gestione: senza avvisare, senza una persona presente che in caso di necessità provveda all’apertura del ponte, eventuali malori, avarie, non essendo a conoscenza della chiusura. Chiedo cortesemente che in caso di manifestazioni, sempre ben accette, ci sia informazione ai circoli, agli Enti competenti, per evitare incomprensioni. Chiedo anche orari più flessibili: non solo 15 minuti ogni ora e senza custodia nel rimanente tempo.”

Difficoltà logistiche. Come si evince dalla menzionata testimonianza, la chiusura del transito costringe le imbarcazioni a coprire un percorso molto più lungo e tortuoso per arrivare a destinazione. Una navigazione che richiede uno spreco di tempo e un consumo aggiuntivo di carburante. Una soluzione controproducente, che contribuisce al congestionamento di direttrici già molto trafficate. Tutto senza considerare l’impossibilità del transito per le barche con dimensioni più elevate in altezza, materialmente incapaci di passare sotto ponti che non vantano arcate imponenti, su tutti quello della Venezia. Diversi pescatori professionisti con barche ormeggiate alla banchina del mercato ittico, abituati a fare rientro in notturna dopo aver calato le reti, potrebbero poi trovarsi costretti all’attesa forzata complice lo svolgimento di spettacoli in Fortezza.

Sicurezza a rischio. Il pontile chiuso non consente alcuna possibilità di manovra alle imbarcazioni: per questo, il rischio del reiterarsi con frequenza di episodi come quello denunciato dal sig. Fontanelli assomiglia a una certezza. La minaccia di collisione con il manufatto o contro altre barche ormeggiate in zona è sempre molto alta, anche assumendo che i natanti procedano tutti regolarmente a velocità ridotta: in quello specchio acqueo non è raro imbattersi in correnti sostenute, causate dal movimento delle navi in manovra alla Calata Sgarallino o all’Andana degli Anelli. Nella zona del pontile, il vento subisce un’accelerazione (effetto Venturi) dovuta al restringimento delle costruzioni. Se le imbarcazioni che trovano la via sbarrata sono già costrette a cercare di arrestare la marcia nel minor spazio possibile, l’accumulo di queste in attesa aumenta il livello di difficoltà della manovra, considerato che non si tratta di automobili in grado di tirare il freno a mano e rimanere ordinatamente immobili in fila indiana. A ciò si aggiunge la presenza a margine di una cima dotata di galleggianti, a ridosso della parete della Fortezza: un elemento che abbiamo richiesto invano di rimuovere e ora trasformatosi in un potenziale fattore di rischio di avaria per le eliche che dovessero intricarvisi.

Inoltre, anche da aperto, il pontile presenta comunque problemi: secondo i dati del progetto, la luce di passaggio è larga appena 7,5 metri. Un’ampiezza non sufficiente a consentire il possibile incrocio in contemporanea di due imbarcazioni che sopraggiungano in direzioni opposte. Figuriamoci poi cosa accadrebbe all’accavallarsi del passaggio dei gozzi, barche che dalle cantine escono durante tutto l’anno per svolgere gli allenamenti propedeutici alle tradizionali competizioni remiere.

Opera superflua, ‘aliena’ e contraddittoria. Una struttura inutile sotto il profilo logistico, considerato che la porta principale è sempre stata individuabile sul lato opposto della Fortezza, lungo la Calata Sgarallino: un ingresso più diretto e comodo, in primis per i forestieri che giungono in gran parte a bordo delle navi da crociera. Inoltre, lo stesso ponte non vanta un proprio radicamento storico nella tradizione dell’architettura urbana della città. In passato, il collegamento tra la Fortezza e la sponda opposta veniva garantito solo da una chiatta mobile, trainata da una fune.

Senza considerare la contraddizione in termini per il tanto annunciato progetto di recupero delle vie d’acqua, finalizzato allo sviluppo turistico per l’economia livornese: un ponte a raso costituisce un’innegabile ingombro, anche per i battelli che trasportano i visitatori accompagnati dalle guide. Queste barche sono lunghe almeno 10 metri, con necessità di un’adeguata capienza: il pontile rappresenta una strozzatura poco agevole.

Tempistica irrealizzabile. Il pontile, secondo quanto riferito al tempo dal responsabile tecnico del Comune, sarebbe dovuto rimanere sempre aperto alla via di mare e sbarrato al transito nautico esclusivamente in concomitanza dello svolgimento di particolari eventi organizzati all’interno della Fortezza Vecchia. L’allora assessore con delega alla cultura Mario Tredici, primo sostenitore del progetto, aveva però contraddetto tale intendimento: il pontile avrebbe dovuto costituire in realtà una seconda via di accesso, asservito a esigenze turistiche di collegamento tra la città e il monumento. La passerella mobile sarebbe stata aperta al camminamento via terra ogni 20 minuti, con due minuti destinati al transito pedonale ed altrettanto minutaggio rispettivamente utile a finalizzare sia la manovra di apertura, sia quella di chiusura. Tempi assolutamente teorici e scevri da ogni logica della pratica nautica.

Le proposte. Alla luce di quanto sin qui elencato e della richiesta pervenutaci dai Presidenti dei vari circoli nautici, il Consiglio Direttivo del Consorzio presieduto da Piero Mantellassi ha convenuto di richiedere all’Amministrazione Comunale e alle Autorità preposte l’immediata chiusura del ponte ‘incriminato’, rendendo generalmente sempre fruibile la viabilità marittima. Proponiamo altresì che l’utilizzo della struttura possa verificarsi in via eccezionale, vale a dire una o due volte all’anno in occasione di eventi speciali che prevedano il coinvolgimento dei locali interni alla Fortezza Vecchia, ovviamente previo dettagliato e diffuso preavviso riguardo i giorni e gli orari di chiusura al transito delle imbarcazioni.

Per facilitare il deflusso di eventuali pedoni e il passaggio delle barche, la manovra del pontile dovrà categoricamente escludere ogni forma di automatismo, come originariamente ipotizzato. In una situazione di così alto rischio potenziale diviene necessaria la presenza di operatori appositamente formati e dotati di patente come previsto dalle norme vigenti, capaci di intervenire con prontezza, dotati di salvagenti e radio telefoni VHF (attrezzatura che, ad oggi, non risulta essere presente in loco) con uno specifico canale destinato alle comunicazioni tra barche e operatori.

Il Consiglio Direttivo
Consorzio Nautico di Livorno

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