Un giorno intero al pronto soccorso senza essere visitato
Vi scrivo sperando di avere udienza sul vostro giornale on line, perché sabato 11 ottobre, ho toccato con mano una situazione di disservizio al pronto soccorso dell’ospedale di Livorno, che credo sia mio dovere di cittadino denunciare, perché purtroppo ci rendiamo conto che le cose non funzionano quando se ne ha bisogno, ed e’ ormai troppo tardi, perché con la salute non si scherza.
Ho passato una giornata intera all’ospedale, su indicazione del mio medico, sono stato valutato come un codice verde, non sono stato curato.
Questa e’ la mia storia.
Sabato mattina mi sono svegliato con una brutta labirintite e un fastidio all’orecchio sinistro. Ho chiamato il mio medico, che dopo essersi sincerato dei miei sintomi, mi ha invitato a recarmi all’ospedale per avere le cure di un otorino. Sono arrivato al pronto soccorso di Livorno alle ore 10.30, dove mi è stato assegnato un codice verde. Chiedo inutilmente di essere visitato da un otorino, mi rispondono che la procedura prevede che debba essere visitato da un medico del pronto soccorso e che poi lui mi avrebbe mandato dall’otorino, che avrei dovuto aspettare ed avere pazienza. Erano anni per fortuna che non mi servivo del pronto soccorso ed ho trovato una situazione assurda, con decine di persone in attesa nel caos totale. Persone che parlano e altre che si arrabbiano, sembra di essere al circo. Io stavo male, con la testa che mi girava, in questa confusione, dove nessuno ha idea neanche di che cosa stia succedendo e quanto dovrà attendere, i più si lamentano del disservizio. Alcuni sono anche in fila per attivare la tessera sanitaria, altri chiedono una sedia a rotelle, non ci si capisce niente.
Aspetto per ore senza avere idea di quando toccherà a me, non mi posso neanche allontanare da quella confusione che mi faceva scoppiare la testa, perché la chiamata è a voce: un’infermiera esce dal reparto e dice un nome nella confusione, le persone si accalcano sperando che tocchi a loro, ma a me non tocca mai. Qualcuno se ne va, altri si disperano. Per fortuna arriva una sola ambulanza, sembra che non ci siano grosse urgenze, ma le ore passano. Dopo un tempo che sembra un eternità viene chiamato il mio nome, sono le 3 del pomeriggio passato, oltrepasso l’ingresso del reparto, mai avrei potuto immaginare la scena che mi si è parata d’innanzi, una scena degna di un inferno dantesco. Letti e lettighe ovunque, uno accanto all’altro, con persone che si lamentano. Una povera signora tira la manica della mia camicia chiara, credendomi un medico, supplicandomi di occuparmi di lei, ma io nella vita faccio l’ingegnere, non il medico. Mi scuso e vado oltre inseguendo un’infermiera annoiata, che mi conduce in un ambulatorio.
Mi devo sorbire 5 minuti di lamentele del personale parlano tra loro come se io non ci fossi, ce l’hanno contro i malati che vengono al pronto soccorso e che portano tutto questo lavoro e disagio. La colpa è dei pazienti, perché si sentono male. Quando sento l’infermiera dire che gli interessa solo arrivare alla fine del suo turno penso alla vecchietta che mi aveva tirato la camicia solo 5 minuti prima. Chi si occuperà di lei?
Il medico è gentile, si scusa dell’attesa, mi visita con scrupolo e giunge alla conclusione che devo essere visitato da un otorino, come ho chiesto fin da quando sono arrivato. Quindi non mi prescrive nessuna cura, ma mi compila l’impegnativa per la visita e mi chiede di recarmi al primo piano del primo reparto alle ore 18. Sconcertato per l’ulteriore attesa mi suggerisce di andare a mangiare qualcosa.
Quando sono ormai quasi le 18, ricevo la telefonata del pronto soccorso, mi dicono che di sabato pomeriggio non c’è nessun ambulatorio otorino. Penso che sia uno scherzo, sono sbigottito, chiedo quando posso essere visitato.
Mi dicono lunedì. Lo chiedo di nuovo, perché penso di aver capito male, ma non sarò visitato prima di lunedì.
Preso dalla disperazione vado in una farmacia e chiedo un medicinale, mi rispondono che non me lo possono dare, serve la ricetta medica e che dovrei essere curato da un otorino. Già, un otorino. Un pronto soccorso così è una vergogna per la città che amo e non sono disposto a mandarla giù senza scrivere. Perché Livorno non merita questo. Cittadini indignatevi.
Cordiali saluti,
Roberto Consigli
Riproduzione riservata ©