Turismo e cultura, le grandi assenti a Livorno

E’ cosa nota che il turismo, ma anche la cultura, non hanno mai rappresentato, nei programmi della sinistra livornese, due elementi importanti per il rilancio di Livorno.
Porto, fabbriche, insensate aggressioni edilizie del territorio e monopolio della Coop hanno rappresentato il fulcro delle sciagurate attività della sinistra livornese o, meglio, del sistema trasversale di potere che ha lanciato verso il baratro la nostra città.
Si parla sempre del porto, nelle sue varie articolazioni, come fonte di ricchezza senza precisare che questa è riservata a pochi e forse, in futuro, a gruppi non livornesi.
Le aziende, quelle poche rimaste, sono strozzate dalla crisi economica e dalla globalizzazione oltre che dall’inefficienza dello stato italiano che, come se non bastasse, usa la leva fiscale per sottrarre sempre più risorse agli investimenti e alle famiglie.
La spasmodica voglia di costruire, propria della potente ed orizzontale lobby edilizia livornese, è sempre stata affamata di spazi da occupare e non ha mai guardato tanto per il sottile, come dimostra anche la tentata occupazione di piazza del Luogo Pio.
La tenace opposizione all’insediamento della Esselunga a Livorno ha favorito la completa occupazione della città da parte della Coop impedendo ai livornesi di godere dei benefici derivanti da una sana concorrenza e, contemporaneamente, penalizzando i piccoli esercizi commerciali.
Il turismo, poiché meno controllabile dal “potere” locale, è sempre stato menzionato dalla sinistra ma mai concretamente favorito causando, in tal modo, sia la cristallizzazione di quel poco che c’è, sia il mancato insediamento di imprenditori del settore.
I pochi imprenditori e i molti pseudo-imprenditori presenti a Livorno, ben consapevoli dei limiti invalicabili imposti dal “potere” locale, si sono limitati a coltivare il proprio orticello sollevando, ogni tanto, timide lamentele per strappare qualche piccolissimo vantaggio temporaneo.
Invece, il Turismo, specialmente se associato alla Cultura, rappresenterebbe un ottimo volano per rilanciare l’economia livornese (ma anche di tutta la provincia) e per creare molti e duraturi posti di lavoro.
Fino ad oggi, ai pochi e coraggiosi turisti che si avventurano nella nostra città vengono offerte, solo grazie alla buona volontà di alcuni operatori, scelte purtroppo molto limitate che, certamente, non possono, da sole, costituire quel grande richiamo che servirebbe per poter far individuare Livorno come una vera meta turistica.
E’ mancato, fino ad ora, un piano complessivo in grado di presentare Livorno ed il suo territorio come una meta interessante ed attraente per investitori e turisti. In altre parole, occorre fare ciò che non è mai stato fatto dalle precedenti amministrazioni, più o meno rosse.
Oggi, la nuova amministrazione comunale, certamente molto diversa dalle precedenti perché libera dai vecchi lacci, lacciuoli e compromessi, può avere la possibilità di favorire il rilancio di Livorno e la creazione di nuovi e duraturi posti di lavoro nel settore turismo-cultura che, questo è certo, non danneggerebbero assolutamente nulla di quanto è già esistente nei vari settori della nostra città.
Questa è, anche, la grande occasione per dimostrare che è possibile un rilancio della città ma con ricadute economiche che possono e devono essere assicurate alla totalità dei livornesi così da poter ridurre i costi delle utenze (acqua, gas, energia elettrica) sostenuti da ogni singolo cittadino (ma non escludendo a priori gli aspetti alimentari, sanitari, abitativi e sociali) e per favorire la nascita, la crescita, la carriera scolastica e l’accesso al lavoro delle nuove generazioni livornesi. Al contrario di ciò che è accaduto fino ad oggi, tutti i livornesi, operando come un’unica grande squadra, potrebbero godere della ricchezza prodotta a Livorno.
Come già detto, il binomio turismo-cultura potrebbe essere un volano per la creazione di nuovi posti di lavoro e per rilanciare l’economia ma, affinché lo sia veramente, occorre un piano complessivo (in parte già esistente) di iniziative che rendano la nostra città fortemente attraente per gli investitori e per la grande e potenziale moltitudine di turisti italiani e stranieri.
Con un piano di tale portata, presentato da una amministrazione credibile, non sarebbe un problema reperire i finanziamenti, sia europei che privati, necessari alla sua realizzazione.
Ad esempio, l’ex stazione San Marco, adeguatamente valorizzata, potrebbe diventare il punto di partenza per i turisti che vogliano godere delle molte occasioni di svago, cultura ed emozioni che saranno offerte loro dalla nuova Livorno, una città che, dopo 70 anni di continuo declino, può tornare ad essere al centro dell’interesse internazionale.
Le due fortezze dovrebbero cessare di essere testimonianze dell’incapacità delle precedenti amministrazioni per divenire centri culturali e musei interattivi che, attraverso forti emozioni, facciano rivivere ai turisti la nostra storia granducale.
I fossi, con le adiacenti cantine e lo stesso mercato coperto, potrebbero finalmente conoscere quella meritata vivacità turistico-commerciale tanto attesa ma mai ottenuta fino ad ora.
Piazza del Pamiglione con il monumento a Ferdinando I de’ Medici e la contigua Darsena vecchia, con le attività già individuate e che vi potrebbero essere svolte, renderebbero estremamente piacevole ed interessante questa zona ricca di storia.
Finalmente, il centro, adeguatamente potenziato con iniziative originali e già valutate positivamente da apposite commissioni che ne hanno certificato la capacità di valorizzare l’esistente e di creare consistenti flussi di denaro per la collettività, vedrebbe realizzata la sua aspirazione, sempre disattesa da chi ha gestito fino ad ora la città, di rappresentare il cuore pulsante di Livorno.
Lo stesso porto potrebbe essere interessato dalla realizzazione di una moderna stazione marittima (progetto di massima esistente ma non ancora conosciuto) all’altezza del nuovo piano turistico-culturale e che, già da sola, renderebbe gradevole la discesa a terra delle migliaia di croceristi.
Inoltre, pur non provocando alcun cambiamento nelle varie attività portuali e industriali, il porto potrebbe acquisire anche un grosso interesse turistico se, utilizzando un particolare sistema di trasporto, ne venisse valorizzato l’effetto spettacolare e scenografico già esistente.
Il porto turistico, la cui realizzazione è essenziale per la città, dovrebbe vedere una collocazione più adeguata per non comprometterne eventuali futuri sviluppi e per evitare che interessi privati e di bottega vadano a danneggiare zone con caratteristiche già ben definite, sia per gli aspetti turistico-imprenditoriali e del tempo libero che per quelli relativi a traffico e parcheggi.
Il lungomare potrebbe tornare alla sua vocazione turistica con una particolare attenzione agli aspetti ludico-culturali, evitando però di innestarvi forzatamente attività incompatibili con il suo armonioso sviluppo.
Infine, non dimentichiamo che anche lo sport, con impianti non concentrati in un’inutile cittadella ma distribuiti nel territorio con un criterio che tenga conto anche delle esigenze degli abitanti, del commercio locale e delle periodiche iniziative, potrebbe rappresentare un’altra occasione di sviluppo economico della città, specialmente se ne venissero definite le caratteristiche che consentano la classificazione qualitativa degli impianti, così come accade per gli alberghi.
Questi sono solo alcuni cenni estratti da progetti già esistenti e che possono dare, fin da ora, un’idea delle grandi potenzialità di Livorno, basta che la nuova amministrazione ascolti con attenzione quanti si sono già dichiarati disponibili a sottoporglieli. Pertanto, occorre che il prossimo 7 agosto, quando il Sindaco Nogarin esporrà al Consiglio comunale il programma della nuova amministrazione, venga presentato un documento dotato della sufficiente elasticità per adeguarsi alle idee (ce ne sono molte) che verranno via, via acquisite.

Gennaro Ceruso – un cittadino che ama Livorno

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