Tso in via Demi, poco tatto dei fotoreporter
Est modus in rebus, (c’è una misura nelle cose) scriveva Orazio in una delle sue opere. Ogni cosa può essere fatta in modi diversi, forse portando al medesimo risultato, ma certamente rendendo diversa la qualità dell’operato. Come ampiamente e giustamente riportato dai giornali locali di Livorno, il 19.05 u.s. sera le forze dell’ordine sono intervenute per portare un uomo in ospedale per un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). È facile comprendere l’angoscia e lo strazio dei familiari che attendevano l’esito positivo della complessa azione durata più di due ore. Eppure questa sensibilità è mancata ai foto reporter di alcune testate che scattavano istantanee ripetutamente e senza la delicatezza di eseguire il loro lavoro in maniera discreta, invocando l’innegabile diritto di cronaca dopo che era stato fatto loro notare il poco tatto.
In questi casi il confine tra informazione e curiosità morbosa è molto sottile: è quindi fondamentale la sensibilità ed il rispetto per la realtà e per le persone che circondano i soggetti interessati dalla notizia, soprattutto da parte di chi l’informazione la fa per mestiere. Orazio infatti concludeva “vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto”.
Pietro Bertoglio
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