Il trono…del Coni

Questo ultimo scorcio di campagna elettorale è stato veramente sottotono, qualche polemica politica soporifera, capace di addormentare anche il più focoso degli ultrà di qualsiasi fazione politica, tant’è che le notizie più dirompenti sono state, il campionato di giornalismo degli alunni delle medie inferiori (probabilmente solo loro riusciranno a salvare in futuro la nostra città), la retrocessione quasi matematica del Livorno e il ritiro da parte del presidente regionale del Coni Salvatore Sanzo delle deleghe al rappresentante del coni provinciale Gianni Giannone, a cui va tutta la nostra solidarietà umana. Mentre la prima notizia regala una speranza le altre due sono la metafora della ormai inarrestabile decadenza di una città e della sua classe dirigente, incapace di rapportarsi alle esigenze di noi cittadini e addirittura dello stesso PD al di fuori delle mura del Pentagono. Sperare in una visita del segretario nazionale del PD per evitare il ballottaggio dopo aver definito la sua vittoria alle primarie una iattura fa capire, se ce ne fosse ancora bisogno, la totale incapacità di alcuni dirigenti locali di risolvere i problemi e contraddizioni visto che per loro neppure esistono.

Voler credere che il delegato provinciale del Coni possa godere di completa autonomia, senza quel rapporto di reciproca fiducia e collaborazione con il Presidente che lo ha nominato, il pensare Livorno completamente sconnessa dalle logiche del proprio paese e della propria regione fa ormai parte del Dna della nostra classe dirigente, che affogata nella propria autoreferenzialità ripropone se stessa dopo aver fallito anche l’ultima prova di governo della città facendo finta di essere stata all’opposizione. Rimane una generosa quanto inutile e disordinata barricata che non può che far piacere all’amico Gianni, ma non sarà certo questo che farà insorgere la città presa da problemi più importanti come lavoro, sviluppo, disservizi e tasse. Anche la sua eventuale riproposizione lo vedrebbe depotenziato, condannando Livorno ad un ulteriore isolamento.

Occorre uscire da questo isolamento, aprire un dialogo sui progetti e piani da portare avanti, sulle strutture sportive non a norma e su come renderle nuovamente fruibili cercando di fornire gli spazi necessari alle varie associazioni sportive. Cercare di ridurre tutto ad un nome è un po’ come far passare per rinnovamento qualche esclusione eccellente dettata magari dal fatto che hanno peccato un po’ troppo di autonomia in consiglio, questa volta però erano eletti e non nominati.

Riccardo Prini
Membro del Consiglio Direttivo
Dell’Associazione Livorno Democratica

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