Treni come ostelli, ferrovieri in sciopero
Ecco l’intervento della Filt Cgil che annuncia le ragioni dello sciopero dei ferrovieri previsto per il 4 settembre.
Filt Cgil – Gli episodi di aggressione nei confronti del personale viaggiante sono diventati un fatto quotidiano e quasi non fa più notizia. La sicurezza di utenti e lavoratori è a rischio e la stessa qualità del servizio è a repentaglio, questo è il motivo per cui il 4 settembre i ferrovieri incroceranno le braccia.
Il personale viaggiante di Trenitalia e di stazione per RFI hanno subito un forte processo di smantellamento: l’equipaggio treno e le squadre di manutenzione sono state dimezzate e le piante organiche sono sotto i livelli minimi per la copertura dei turni di lavoro, problema più volte denunciato e con ricadute maggiori nel periodo estivo. Aggiungiamo a questo il processo di riorganizzazione nazionale delle sedi di Polizia Ferroviaria che prevedono a breve la chiusura delle località di Campiglia e il depotenziamento di Livorno. Anche nella provincia di Livorno, perciò, siamo in situazione di criticità; non possiamo dare tutta la colpa ai migranti che disperatamente assaltano ogni mezzo utile per transitare in Italia e andare oltre confine, non possiamo dare la colpa a chi non ha i soldi e, per lavorare a giornata nei campi, si sposta lungo la costa Toscana sui treni regionali senza biglietto o a chi, in questa stagione frequenta le spiagge non da turista, ma per vendere qualcosa per mangiare e sopravvivere. I treni sono diventati terra di nessuno e, quando sono fermi nelle stazioni o negli impianti di pulizia, diventano ostelli gratuiti per uno strato sociale che inizialmente era rappresentato dai clochard, poi integrati da immigrati e, con la crisi economica, da intere famiglie italiane che hanno perso lavoro e la propria abitazione. Non possiamo escludere che il prezzo del biglietto ferroviario, anche se integrato dal contributo della Regione Toscana, sia diventato un onere difficile da sostenere per tanti e la politica regionale non potrà evitare di affrontare anche questa realtà. Le stazioni impresenziate sia dal personale ferroviario che dalla polizia, inoltre, si trasformano, dalla sera all’alba, in luoghi insicuri, addirittura pericolosi.
La domanda che rivolgiamo alle prefetture è la seguente: è stata una scelta voluta quella di concentrare tutto il disagio nelle aree ferroviarie – per la totale assenza di strutture pubbliche di accoglienza – per evitare una parcellizzazione di problemi di ordine pubblico nelle città? Sugli immigrati siamo con Papa Francesco e sulla gestione del problema sociale e di ordine pubblico la responsabilità va individuata, così come gli interventi che vogliamo, tra azienda, politica e Istituzioni.
La soluzione dovrà essere trovata quanto prima, meglio se collettiva in quanto ognuno dovrà fare la propria parte, prendendo atto che su ogni treno regionale o di percorrenza nazionale, il personale a bordo treno deve essere necessariamente integrato per avere la possibilità di fare il proprio lavoro e dare l’assistenza necessaria a chi viaggia.
Lo sciopero del personale ferroviario del 4 settembre è stato indetto in solidarietà ai colleghi vittime di aggressioni e per evidenziare questi problemi, le soluzioni comportano investimenti e impegni aziendali, politici,istituzionale
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