Tragedia a Genova, la morte di Michele non sia solo un anniversario

Sembra ieri quando con il suo immancabile sorriso Michele salutava con un bacio l’amatissima moglie Michela e con una dolcissima carezza i suoi straordinari piccoli Aurora ed Alessio, per recarsi a Genova per adempiere al suo incarico di Pilota del Porto, incarico fatto di tanti sacrifici personali ma che lo affascinava ogni giorno di più. Purtroppo è invece già trascorso un anno dal momento in cui una tragedia assurda l’ha strappato all’affetto dei suoi familiari ed alla vita che amava. Come sempre accade in queste tragedie nei giorni immediatamente successivi Autorità, Politici, Amici, Colleghi di Lavoro, Conoscenti, si stringono nel dolore alla famiglia salvo poi scoprire che pochi gg. dopo la famiglia resta profondamente sola nel proprio dolore e nella speranza, talvolta vana, di arrivare il più velocemente possibile ad una risposta alla domanda “ perché è accaduta una tragedia simile?”.
Ebbene dagli atti che si leggono sui giornali che ne parlano, davvero pochi e chissà perché!!!, quel 7 maggio 2013 la portacontaneir Jolly Nero della Messina per le gravi mancanze in materia di sicurezza non sarebbe neanche dovuta partire e non avrebbe quindi cambiato la vita di 9 famiglie che, cadute in un incubo, si trovano ogni giorno a combattere con la realtà di non vedere più i loro cari far crescere i propri figli, amare le proprie mogli, realizzare sogni con le proprie fidanzate o dare certezze ai propri genitori. Michele che era un livornese di scoglio, amante del mare e di quella bella torre dalla quale, come lui diceva, si vedeva il mondo intero, ha lasciato un vuoto incolmabile che niente e nessuno potrà mai più riempire e nessun risarcimento potrà alleviare il nostro dolore per una morte così assurda che con un minimo di accortezza, magari anche con un semplice suono di una sirena, poteva essere evitata. Non si continui però a parlare di destino o di tragica fatalità!
Noi vorremmo soprattutto che la sua morte e quella dei suoi sventurati compagni non sia avvenuta solo per dare un segnale di conforto o per celebrare i vari anniversari ma serva soprattutto per sensibilizzare le istituzioni e le autorità competenti ad individuare i veri responsabili ed a fare adottare ogni giorno disposizioni e/o strumenti atti a prevenire infortuni mortali nei confronti di lavoratori che vengono tolti all’affetto dei propri cari solo per l’esigenza di risparmiare sui costi da parte di industriali che altrimenti sarebbero fuori dal mercato.
Sempre dai giornali si apprende che gli indagati continuano a fare il loro lavoro tranquillamente – mentre ad un autista se in un incidente uccide una persona viene tolta la patente!!! – e che la Compagnia Messina avvierà nuove rotte e nuovi traffici, senza subire alcun danno, anche di immagine rispetto a ciò che è avvenuto il 7 maggio 2013; si legge che il Porto di Genova verrà ingrandito e che potrà così far manovrare navi di oltre 300 metri di lunghezza ecc… , insomma cosa non si farebbe per il profitto!!!!…, ma sorge spontanea la domanda: “ tutto ciò sarà garantito con le misure di sicurezza o fra qualche tempo si tornerà a celebrare nuovi funerali per morti sul lavoro che potevano essere evitati??? Ecco il segnale che i nostri 9 sventurati ragazzi morti il 7 maggio 2013 a Genova hanno dato a tutti ma che si finge di ignorare. Riflettiamo tutti insieme. Ciao Michele, ciao Ragazzi.

Famiglia Cecconi

 

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