Tra scelte sbagliate e paura: l’amministrazione non vuole acquisire l’ex Caserma del Fante

Vergognoso l’annuncio dell’assessore al bilancio Lemmetti sulla volontà dell’amministrazione comunale di non procedere con l’acquisizione dell’Ex caserma del Fante, attualmente di proprietà dell’agenzia del Demanio ma inserito, da 3 anni, in un piano di alienazione che da la possibilità ai comuni di acquisire a titolo gratuito centinaia di immobili e terreni dismessi da vari enti statali.

Rinunciare a priori alla possibilità di acquisire l’immobile di via Adriana è, secondo noi, una scelta vigliacca, dettata dalla paura di affrontare di petto un percorso che ha tutte le carte in regola per portare un cambiamento reale alla città.

Con l’esclusione dell’ex caserma del Fante dalla lista dei beni demaniali da acquisire, l’amministrazione nega di fatto ogni possibilità di lavorare su progetti di autorecupero che diano la possibilità agli occupanti di riscattare l’immobile assicurando finalmente stabilità ad un progetto che negli ultimi tre anni ha dimostrato di possedere un’enorme importanza sociale sul territorio livornese. Ruolo che perfino l’amministrazione comunale ha dovuto riconoscere in più occasioni, anche ieri, mentre nella sala consiliare veniva deciso, con giustificazioni poco credibili, di chiuderci le porte in faccia.

Sparare una cifra da 10 milioni di euro, tanto per far rimanere la commissione a bocca aperta, per noi vuol dire nascondersi dietro a un dito, e buttare via un’altra delle molte occasioni che questa amministrazione ha avuto – ma non ha sfruttato – per paura di contraddire quei poteri che da anni tentano in ogni modo di affossarci. E’ bastata la voce grossa della questura e della procura, prontamente lanciati all’attacco dal partito democratico, per far tremare l’amministrazione.

Vogliamo parlare del progetto del centro riuso e riciclo? Il primo grande passo verso le politiche di rifiuti zero di cui tanto si è sentito parlare durante le elezioni?
Un progetto valido, presente in più comuni italiani, necessario in città sia per il servizio che svolge, nell’ottica del riuso consapevole di mobili e oggetti ancora in buono stato e quindi responsabile di un calo della produzione di rifiuti notevole, sia per i posti di lavoro che creerebbe una struttura come quella, in una città devastata dalla crisi occupazionale.

Vogliamo parlare di come la nuova amministrazione ha deciso di abbandonare decine di famiglie all’interno delle strutture occupate?
Tre anni fa, i primi gruppi di famiglie colpite da una crisi che tutt’oggi viviamo, venivano sfrattate senza lo straccio di un’alternativa a quella della strada. Insieme, collettivamente, hanno deciso di occupare strutture pubbliche, vuote da anni e inutilizzate, per costruirci dentro percorsi autogestiti di emergenza abitativa. Ad ora, si contano 6 strutture occupate in cui vivono una cinquantina di famiglie, più altre innumerevoli occupazioni sparse per la città che fanno crescere vistosamente i numeri di questa emergenza.
Da più di tre anni, letteralmente abbandonate dalle istituzioni, queste famiglie vivono una situazione di emergenza abitativa pienamente riconosciuta, quanto basta per lasciarle marcire in strutture vuote e riadattate in case di fortuna, ma non abbastanza per garantirle quei punti che permetterebbero loro una presenza nella graduatoria delle case popolari.

Anche in questo campo, l’amministrazione si è comporta da vigliacca, senza pensare a vere soluzioni, ma soltanto a cancellare servizi fondamentali (come le social card, le residenza di soccorso in comune, etc.) e a mandare ordinanze di sgombero a chi ha occupato case popolari murate e chiuse da anni.
Non si è neanche attivata sulla possibilità di riutilizzare temporanemante il blocco della Chiccaia di Shangai come emergenza abitativa, nonostante alcune fumose dichiarazioni, lasciandola di fatto in balia degli eventi e delle necessità di tutte quelle persone che ogni giorno vengono sfrattate e si ritrovano senza un tetto sopra la testa.

Questo “temporaneo” immobilismo dura da fin troppo tempo. Per anni, l’unica alternativa reale per la città è nata dal basso, da realtà autogestite come la nostra, che davvero hanno sempre lottato contro i vari amministratori e padroni di turno, che avvelenano, distruggono e speculano su questa città.

Riteniamo necessario che la giunta riveda subito la decisione di escludere l’ex caserma dalla lista dei beni da acquisire.
Si deve prendere immediatamente una posizione credibile da parte dell’amministrazione sulle istanze che i comitati e le realtà autogestite livornesi portano avanti da anni.
Le ambiguità di questi mesi non servono a nulla e si prorogano ormai da troppo tempo.
La giunta in questo momento ha il potere di decidere da che parte stare, se con la città e chi la vive, o con chi la distrugge e l’avvelena. Noi, è da tempo che abbiamo già deciso.

Ex Caserma Occupata

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