Toncelli: ripariamo le…riparazioni navali
Tutto è cominciato con l’accordo del 2003, detto delle “tre gambe” (cantiere, porto turistico, riparazioni navali) che doveva tracciare il futuro del porto mediceo. Peccato che la terza è stata usata solo per darla negli stinchi a coloro che ci credevano. Infatti il nostro bacino di riparazione, uno dei più grandi del mediterraneo, è stato lasciato ad ammuffire. Dopo averne ereditato la concessione subentrando al Cantiere Orlando, Azimut-Benetti non lo ha mai né usato né manutenuto, tanto che si è arrivati al recente crollo della “barca-porta”. Su questa vicenda ci sono pure alcuni esposti che da anni giacciono silenti in Procura. Anche il porto turistico è un desaparecido. Mentre noi attendiamo il nostro da 10 anni, Pisa ha costruito il suo in appena 3. Se poi teniamo conto che sul cantiere si sentono preoccupanti voci di ridimensionamento, l’unica cosa che oggi corre è il progetto della “Porta a Mare”, che però si è rivelato essere solo un quartiere con una Coop in bell’evidenza (perché non chiamarla “Sporta a Mare”?). Quartiere costruito da quella IGD che ha realizzato Porta a Terra e Nuovo Centro, altri luoghi Coop-centrici. Se vogliamo capire il destino del bacino di riparazione occorre allora sapere che il progetto prevede che in Via del Molo Mediceo (dove c’è la sede dei Piloti e lo Yacht Club) sorgano ancora altre case (come se in città non ce ne fossero già abbastanza). Case che dopo la costruzione non daranno lavoro a nessuno, salvo una bella rendita fondiaria a chi le ha realizzate. Vorremo mica disturbare gli inquilini con lo spettacolo di operai al lavoro nel bacino là davanti? “Orrore!”, devono aver pensato. Vogliamo mica che la vista mare sia oscurata dalle navi da crociera? “Giammai!”, devono aver detto. Ecco allora che qualcuno vorrebbe che il bacino fosse trasformato in darsena e che all’accosto 75 li davanti (che è stato appena dragato e sarebbe perfetto per far arrivare le Love Boat, visto che è praticamente in città) ci vadano solo barchette. Barchette che quindi non andranno alla Bellana, da cui il rifiuto dell’Amministrazione al bel progetto presentato dal Consorzio Nautico. Alla fine avremo demolito le riparazioni e i posti di lavoro (da cui anche lo sdegnoso rifiuto di quella Costa Concordia che invece ora mezza Italia si litiga) per alcune casette in riva al mare con una Coop a due passi. Peccato però che ora, grazie all’impegno della Diocesi, sappiamo che c’è una cordata seria che vorrebbe riattivare il bacino in muratura. Si faccia subito il bando, allora! E ci dispiace per il candidato sindaco del PD (gli altri sono tappezzeria). Per noi di Progetto per Livorno quel bacino va riutilizzato come tale, senza se e senza ma, perché i posti di lavoro valgono di più delle speculazioni immobiliari. Ma non “punto e a capo”. Punto e basta!
Cristiano Toncelli
progettoperlivorno.org
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